La Domenica

Le alleanze al voto europeo La destra sovranista arriva con due blocchi e tante divisioni alle elezioni di giugno Meloni, Alice Weidel e Marine Le Pen: le tre donne leader

- DI Tommy Cappellini

Tempo di lettura: 4'50'' e la Regione Emilia-Romagna (ci sia permesso, vista la città e l'anniversar­io: più Romagna liberty che Emilia comunista). Il programma è on line, i ristoranti in zona sono eccellenti. Lugano-Imola sono 330 km. E poi via, al mare.

Meccanismo

Vittorio Feltri è stato accurato giovedì scorso nel chiarire il ricattator­io meccanismo culturale e psicologic­o che sta inchiodand­o l'Europa da decenni: «Ci rendiamo conto di quanto siamo diventati stupidi e superficia­li? Noi desumiamo che una persona sia fascista dal fatto che ella non si dichiari antifascis­ta. È la cultura del sospetto. Si pretende di accusare e incriminar­e un individuo sulla base del fatto che questi non si sforza abbastanza per provare che ciò che stiamo sostenendo sul suo conto è falso». È la stessa polarizzan­te e sterile dinamica che viene applicata ai temi woke, all'antisemiti­smo, alla guerra russo-ucraina, etc. Sullo sfondo, l'intelligen­za muore.

Donne

L'altrieri sono andato a trovare una vecchia amica nella sua casa ancora in stile anni Settanta, affacciata su un laghetto ticinese. Ex libraia, ex femminista. A un certo punto, davanti a un fresco gin tonic extra secco (c'era il London Dry della Luxardo), mi ha detto: «Sai, ho capito che le donne non hanno nulla da dire».

DGiorgia Meloni di Fratelli d'Italia, Alice Weidel co-presidente di Alternativ­a per la Germania e Marine Le Pen p

eterminati, temuti, in costante ascesa nei sondaggi, eppure a rischio implosione. Gli attori dell'onda sovranista e delle destre che il 9 giugno, quando in tutta Europa si voterà per rinnovare le cariche nel parlamento dell'Unione europea, si avviano ad aumentare più o meno nettamente preferenze e seggi sono una falange tutt'altro che unita. A Strasburgo i partiti sovranisti e di destra sono attualment­e divisi in due gruppi, quello dei Conservato­ri e Riformisti (ECR) presieduto dalla premier italiana Giorgia Meloni e quello di Identità e Democrazia (ID), di cui fanno parte Lega italiana, dal Rassemblem­ent National francese e dall'AfD tedesca. L'attuale assetto potrebbe però cambiare sulla base di un principio, innanzitut­to: stare o meno dalla parte di chi, pur volendo cambiare l'Europa, non la rinnega.

Le liste sono quasi pronte

A poche ore dalla chiusure delle liste per gli Spitzenkan­didat il partito ECR, in una riunione dove non è mancata qualche tensione, ha votato se presentare o meno un suo candidato alla presidenza della Commission­e (l'orga

Consideraz­ione un po' scioccante, ho pensato a una provocazio­ne. Ma ecco una notizia degli ultimi giorni: Marina Brambilla è diventata «rettrice» della Statale di Milano, prima donna a guidare l'ateneo in un secolo di storia. La sua dichiarazi­one subito dopo eletta: «Ci sono voluti cento anni ma ce l'abbiamo fatta!». Arrivi in un'istituzion­e culturale ormai millenaria, l'università, che ha avuto vette di metafisica eterna, e la prima cosa che sai farne è un territorio di conquista di genere, di politica spicciola e divisiva, revanscist­a o arrivista. Non che si debba essere san Tommaso d'Aquino o Heidegger, se non lo si è, ma forse la mia amica ha ragione...

Frasi celebri

«Gli atenei americani sono come le università tedesche degli anni `30» (Benjamin Netanyahu sulle proteste filo-palestines­i nei campus). «Se eletta, non sarebbe la prima crimina

no esecutivo). Alla fine ha prevalso la linea Meloni: ECR non avrà un suo Spitzenkan­didat. Il PiS presieduto da Mateusz Morawiecki guidava la posizione opposta. E non è l'unica differenza che, da qualche settimana, è emersa tra i due alleati. Morawiecki, ad esempio, è il più convinto promotore dell'ingresso di Fidesz, partito di Viktor Orban, in ECR. Ingresso che tuttavia sarebbe da ostacolo al percorso di avviciname­nto di FDI alla maggioranz­a Ursula (con il pieno consenso di von der Leyen, l'attuale presidente tedesca della Commission­e europea).

Recentemen­te Morawiecki si è fatto portatore anche di un'altra istanza: l'unione di ECR con ID, ad esclusione dei tedeschi di Af D, ormai sempre più ai margini. Ma anche in questo cale al Parlamento di Bruxelles» (l'ungherese Enikő Győri, eurodeputa­ta di Fidesz, sulla candidatur­a da parte di Alleanza verdi sinistra dell'italiana Ilaria Salis, detenuta a Budapest e imputata per atti di violenza). «Leggendo la lettera dove il premier Pedro Sánchez ipotizza possibili dimissioni, ho pianto come un bambino» (il regista Pedro Almodóvar).

Mercati

Tesla taglia di altri 2.000 dollari il prezzo delle sue auto elettriche sul mercato cinese. Le vendite di iPhone in Cina tra gennaio e marzo sono calate del 19%. A Venezia si entra con il biglietto: 5 euro e anche chi ha diritto all'esenzione dovrà registrars­i sull'app dedicata per ottenere il QR code (altro gran passo verso il totalitari­smo digitale). The Tortured Poets Department di Taylor Swift è il primo album nella storia di Spotify a raccoglier­e un miliardo (sic) di ascolti in streaming in una sola settimana.

Nuove capitali

Sorgerà intorno a quattro minareti a 45 km dal Cairo, sarà grande 700 kmq (come Singapore), costerà 45 miliardi di euro + un altro mezzo miliardo per costruire un Nilo artificial­e, ospiterà sei milioni di abitanti. L'appalto è finito ai cinesi e a un gigante immobiliar­e di Dubai (vai poi a vedere chi c'è dietro). Dicono sarà la nuova capitale dell'Egitto. Per ora si chiama Sisi's City, come il generale presidente.

Identità e democrazia cerca un contatto con il gruppo Conservato­ri Riformisti ma non c'è alcuna intesa

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