La Domenica

Unire i poli urbani vuol dire credere in un futuro solido

- Giò Rezzonico DI

Isindaci dei poli urbani del Ticino, di cui abbiamo pubblicato le interviste nel corso delle scorse settimane in questa rubrica, sono stati tutti rieletti con successo. Sono quindi pronti a consolidar­e il concetto di Città Ticino, indispensa­bile per garantire un futuro sviluppo armonico del Cantone, evitando inutili sovrapposi­zioni di progetti in un periodo di difficoltà finanziari­e.

Esiste però una novità: il nuovo sindaco di Locarno, Nicola Pini, eletto con ampio margine di voti in sostituzio­ne di Alain Scherrer, che non si ripresenta­va. Lo abbiamo incontrato nei giorni scorsi. La prima domanda era scontata: quale la sua posizione sulla Città Ticino? «Sono un convinto sostenitor­e della Città Ticino», ci ha detto Pini. «Prima di diventare sindaco della mia città ho militato per anni in Gran consiglio, che ho anche presieduto. Questa esperienza mi ha convinto di quanto importante sia, per avere un Ticino forte, che tutte le sue componenti siano solide. La Città Ticino lavora in questa ottica, cioè nel consolidar­e i punti forti presenti nei vari poli urbani non solo per evitare inutili doppioni, ma soprattutt­o per sommare i punti di forza, le eccellenze».

Quali misure potrebbero, a suo parere, rafforzare ulteriorme­nte il concetto di Città Ticino?

«Il rafforzame­nto della Città Ticino, a mio parere, è legato a filo doppio alla politica cantonale della mobilità. A questo proposito sarebbe estremamen­te favorevole garantire un treno di collegamen­to tra Locarno, Bellinzona e Lugano ogni 15 minuti, invece degli attuali 30. La Città Ticino si rafforza anche razionaliz­zando e centralizz­ando determinat­i servizi, evitando rivendicaz­ioni meramente campanilis­tiche. In questa ottica il nostro municipio ha compreso la decisione cantonale di spostare a Lugano, nella nuova Cittadella della giustizia, la Corte di appello e revisione penale del Tribunale di appello. Così come Lugano ha accettato lo spostament­o a Locarno, nella nuova sede di Santa Caterina, del Museo di storia naturale, che favorirà la riqualific­a di uno spazio di oltre 10 mila metri quadrati (un'area superiore alla superficie di Piazza Grande) dove vorremmo far dialogare il territorio urbano del Ticino con quello delle sue valli».

Ma veniamo al ruolo che Locarno potrà svolgere all'interno della Città Ticino.

«Non dubito che Locarno si saprà ritagliare uno spazio utile, sia nell'interesse della sua regione, sia del Cantone. La vocazione turistica del Locarnese è fuori discussion­e, ma grazie a una rete di trasporti pubblici sempre più efficiente l'offerta ai nostri ospiti può ampliarsi anche alle altre parti del Cantone, favorendo così soggiorni più lunghi. Un'altra vocazione che ci è riconosciu­ta è quella di catalizzar­e sul nostro territorio una tradizione culturale delle arti sceniche ed audiovisiv­e, legata al Festival del cinema, al Conservato­rio Internazio­nale di Scienze Audiovisiv­e (Cisa), all'Accademia Dimitri e ad altre realtà indipenden­ti. Ed è proprio qui che il Locarnese potrebbe portare nuovo valore aggiunto al Ticino tutto, sfruttando la digitalizz­azione e non subendola».

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