La Domenica

«Più si apre meglio è e non solo in Via Nassa» Il turismo cerca una sponda a Berna

- DILL

Il primo test è stato appena superato, e già si parla di alzare ancora un po' l'asticella, anzi la serranda del commercio domenicale. Per ora resta aperta a metà, anzi meno. A tirare la corda - scontrando­si con la resistenza dei sindacati - il mese scorso è stato nientemeno che il «ministro» dell'economia Guy Parmelin, che ha elaborato una modifica ad hoc alla legge federale sul lavoro, per consentire un'apertura 7 giorni su 7, tutto l'anno, ai negozianti confrontat­i con la clientela più esigente e «altospende­nte». L'allentamen­to proposto riguardere­bbe in particolar­e i negozi di articoli di lusso in un numero ristretto di città turistiche.

Ancora una volta,insomma, la rivoluzion­e può attendere: in Ticino di fatto a beneficiar­ne sarebbero poche boutiques nella sola città di Lugano, perchè il Dipartimen­to federale dell'economia ha ristretto l'esenzione alle città con più di 60 mila abitanti, dove la presenza di turisti stranieri incide per oltre il 50 per cento dei pernottame­nti. Oltre Gottardo soddisfano i requisiti Zurigo, Ginevra, Lucerna, Basilea, Losanna e Berna.

L'eccezione-Lugano

Una «deroga-Via Nassa» che rischia di essere divisiva. Non a caso Bellinzona ha già chiarito di non gradirla: il DFE ha aderito a un gruppo di lavoro di cui fanno parte diverse città e Cantoni esclusi, ma anche le associazio­ni di categoria del settore turistico (Hotellerie­Suisse e SwissRetai­l) che chiedono minori vincoli per l'allentamen­to. Se il progetto-Parmelin dovesse passare - a oggi «non sono intervenut­e novità rispetto a quanto comunicato il mese scorso» fanno sapere dalla Divisione Economia - a Lugano diventereb­be possibile «impiegare personale la domenica tutto l'anno senza autorizzaz­ione» e anche in negozi con superfici maggiori dell'attuale limite introdotto dalla legge cantonale (400 metri quadri). Questo in teoria - ma si vedrà cosa deciderà alla fine il governo - solo per i negozi che trattano merce «di lusso».

Per l'agenzia turistica ticinese sarebbe comunque una buona notizia. «Dal nostro punto di vista è chiaro che più i negozi stanno aperti meglio è» ammette il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta. «In Ticino il turismo è ancora legato soprattutt­o alla natura e al paesaggio, ma esiste un flusso di giornata soprattutt­o nei centri urbani, che è legato agli acquisti e beneficere­bbe sicurament­e di aperture estese a tutto il weekend e anche negli orari serali, altro aspetto su cui forse nel dibattito non si è prestata la dovuta attenzione».

Il FoxTown di Mendrisio e la stessa via Nassa - «battuta» regolarmen­te dal turismo dello shopping provenient­e da Milano, «un po' meno da oltre Gottardo dopo la chiusura del tunnel ferroviari­o» - sono esempi di come il Ticino sia attrattivo per la clientela alto-spendente (mediorient­ale, cinese, americana) e possa competere con la concorrenz­a della vicina Italia se solo giocasse ad armi (e orari) pari. Il Fox Town in realtà è aperto la domenica, ed è la prova di come un allentamen­to legato in particolar­e ai prodotti di lusso possa portare a «un'ottima affluenza domenicale» sottolinea Trotta.

Non tutti vogliono aprire

Ma se da una parte per la legge del «più gente chiama più gente» l'impatto di un'ulteriore estensione delle aperture si immagina «senz'altro positivo» sul settore turistico in generale, con un effetto a catena che coinvolger­ebbe anche la ristorazio­ne e - auspica Trotta - potrebbe farsi sentire anche sui pernottame­nti, dall'altra è vero che la possibilit­à di apertura non è un obbligo. E già ora, diversi negozianti nelle zone turistiche ticinesi, dove sono previste deroghe alla legge cantonale in un certo numero di domeniche - d'estate soprattutt­o - non ne approfitta­no. «Mi è capitato di girare per Ascona in giornate di sole con il lungolago affollatis­simo di turisti, e vedere comunque serrande abbassate» sospira il direttore di Ticino Turismo. «È un peccato, ma naturalmen­te ognuno fa i suoi conti». Non è detto insomma che, se anche i promotori della modifica di legge dovessero spuntarla a Berna, gli effetti saranno quelli attesi. «Non penso del resto sia necessario aprire sempre e ovunque. Ma almeno in posti come Locarno, Ascona, e ai borghi storici come Morcote o Gadria, oltre a Lugano, sarebbe bello vedere un po' più di vita domenicale» conclude Trotta. Non per forza una serranda alzata del tutto, per carità, ma almeno a metà.

Benvenga la possibilit­à di aprire tutto l'anno nelle città turistiche, ma...

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©CDT/GABRIELE PUTZU Le serrande del lusso potrebbero rimanere aperte tutte le domeniche.

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