laRegione - Ticino 7

Pancia mia fatti capanna

Cena del 24 o pranzo del 25? Magari entrambi, e perché non proseguire a Santo Stefano? A Natale ecco cosa non puòmancare in tavola.

- Scrive Eleonora Postizzi

Quanti dilemmi a Natale! Potremmo iniziare un dibattito che divide, tra lo stereotipo più inflaziona­todelmomen­tomistoall­a tradizione personale di ognuno di noi. Ma siamo, appunto, vicini alle feste e siamo tutti più buoni, no? Per cui via libera all’argomento più scontato del momento e cioè: cena la vigilia o pranzo il 25? Per non parlare di chi prosegue ( pure) la sera del 25 (magari senza alzarsi neppure da tavola) o degli irriducibi­li che si fanno anche il pranzo luculliano a SantoStefa­no. Chi? Io, per esempio. Infatti a casa mia si fa il tris, siamai che uno durante le feste possa perdere un grammo dal suo peso forma. Risolto – sempre che sia risolvibil­e – il problema della data, si pone subito quella della famiglia: già, quella di lui o quella di lei? Non per niente si spalma il festeggiam­ento su più giorni, così da permettere a tutto il parentado di essere presente, almeno in un’occasione. I fortunati (?) potrebbero persino vincere il jackpot e beccarsi 3 giorni no-stop, passando da una casa all’altra. Chi cucina? Beh, qui un appunto lo farei. Se sei invitato va bene, il problema è quando ti ritrovi anche il prozio dall’America che ha deciso di tornare in Ticino per le feste e, guarda caso, devi spadellare. Poco importa quanti piatti, bicchieri o posate sei riuscita a comprare negli anni: in ogni caso non basteranno mai. Senza considerar­e lo stato della cucina dopo unpranzo diNatale: una catastrofe! Ma il punto cruciale non l’abbiamo ancora toccato, ossia: a Natale cosa simangia? Ecco, qui a fianco, qualche consiglio… Alzi la mano chi non ha peccato. Non parlo solo di quelli di carne, ci sono di pesce ma anche di verdure. Ci sono quelli vegani, quelli in gelatina e quelli da spalmare. Talmente deliziosi che ti mangeresti anche la confezione, oppure quelli che per mandarli giù serve una pagnotta intera. Posso dire la verità? A casa nostra né uno né l’altro. Ma, diciamocel­o, la scelta solitament­e ricade su queste due alternativ­e. E come dare torto ai fautori della chinoise? Tutti a tavola senza troppe fatiche. Per il tacchino arrosto, invece, è tutta un’altra storia. Non so se sia una tradizione comune ma non esiste un 25 dicembre senza brodo. Che sia quello della chinoise o quello dei tortellini, deve per forza arrivare in tavola. Vale anche la pastina serale, che, come direbbe mio papà, fa digerire… Chi lo ama, chi lo odia. Per quanto mi riguarda, deve essere rigorosame­nte fatto in casa. Il migliore? Con il ripieno alla mousse di castagne. Sempre per restare leggeri leggeri. Dai, banalità per banalità, scontato per scontato, potevo non fare la domanda del secolo? Ma onestament­e, che Natale sarebbe senza di loro? Per quel che mi riguarda, panettone nostrano tutta la vita.

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