Sempre di corsa
In un’epoca in cui la comunicazione è diventata iperveloce, la maggior parte di noi vive il tempo come una risorsa in esaurimento, come se non ve ne fosse mai abbastanza. Eppure, proprio grazie alla tecnologia, ne disponiamo in misura crescente. Come gest
Un tempo (e perdonate il giocodiparole) ilproblema del temponon si poneva: le città erano piene di flâneur che oziavano inseguendo con gli occhi le vite altrui, leggendo il giornale al bar e godendosi lo scorrere delle ore senza problemi. Oggi la maggior parte di noi, invece, vive il tempo come una risorsa in esaurimento. Non serve a molto fare riflessologia plantare o iscriversi a un corso di yoga se passiamo il resto della settimana a correre dietro a impegni sempre più pressanti, dal corso di piscina dei bambini all’appuntamento di lavoro, dalle incombenze domestiche alla cena di solidarietà organizzata dall’associazione di cui fa parte il coniuge. Viviamo nell’epoca superveloce del mondo globalizzato, ma fermiamoci un attimo e respiriamo: siamo sicuri che questo affannarsi sia davvero necessario? Riuscire a raggiungere i nostri obiettivi con serenità e calma non è unameta impossibile, se impariamo come farlo.
UN PASSO INDIETRO
Proviamo a fare un esperimento: prendere lametro inuna grande città, come Milano. Vi accorgerete che, anche se non avete impegni urgenti, vi troverete a camminare spediti come saette esattamente come tutti gli altri. Ma questa frenesia è davvero necessaria per portare a termine i nostri obiettivi? «Decisamente no», specifica Luca D’Elia, docentepresso l’UniversitàCattolica diMilano e altri Istituti che dal 2004 si occupa di formazione manageriale e comportamentale e che recentemente ha tenuto unseminario sul temapresso la SUPSI di Manno. «Il tempo è un’entità democratica: tutti abbiamo ventiquattrooreadisposizione, manontutti le sfruttiamo allo stessomodo. Lo scopo che perseguo, quando propongo dei corsi sulla gestione del tempo, è quello sicuramente ambizioso ma fattibile, di impostare in modo diverso la propria vita e di imparare a sfruttare leproprie risorse inmododa fare le cosebene e in meno tempo». Faredimeno, e otteneredi più: inmolti ci metterebbero la firma, perché questo significherebbe ridurre lo spazio dedicato alle mansioni meno piacevoli eaumentarequellodadestinareai propri hobby e alle attività che rendono vivace e interessante la quotidianità, ma come si fa? «I consigli che do sono abbastanza banali: prima di tutto serve un orologio, che permette un controllo continuo del fattore tempo». Un orologio? Dovremmo quindi tirar fuori dal cassettoilvecchioCasio, quandoormai abbiamo lo smartphone che, oltre a se-
gnalarci l’ora, ci ragguaglia sulla temperatura esterna e sui tempi di percorrenza da casa all’ufficio? « Attenzione», precisa D’Elia, «ogni volta che accendiamo il cellulare ci troviamo mille notifiche, dalla chat su Facebook alla mail, dal messaggino al whatsappino. Tutto questo diventa fonte di distrazione». Se volete utilizzare meglio il vostro tempo, fate retromarcia, gente, e tornate agli usi e costumi di vent’anni anni fa. Infatti, accanto al rispolvero dell’orologio, il docente ne consiglia un altro: quello della buona, cara e vecchia agenda: «Visto che siamo alla fine dell’anno, per il 2017 fatevi un regalo e acquistatene una: ce ne sono di molto carine. Molte persone scrivono sui Post-it o sul calendario o ancora su pc e cellulare, ma io trovo che l’agenda sia nettamente superiore». In generale, D’Elia consiglia di tornare alla scrittura, perché solo quando fissiamo le cose su carta poniamo le basi per memorizzarle. «Segnarsi tutti gli appuntamenti, le chiamate da fare, significa avere un quadro chiaro dei propri impegni e permette di focalizzarsi sulle priorità. Epoivicons igliodi porvidegli obiettivi e di ragionare per risultati. Di mattina, aprite l’agenda e chiedetevi: oggi, che risultato voglio raggiungere? È un ottimomodo per focalizzare l’attenzione e non disperdere energie».
COSA FACCIO PRIMA?
Come faccio a sapere cosa devo fare prima e cosa posso fare in un secondo momento? Per capire come imparare a focalizzarci sui nostri obiettivi bisogna suddividere le attività secondo due categorie, quelle importanti e quelle urgenti. Il metodo Eisenhower si basa proprio su questo: le attività urgenti sono quelle che hanno una scadenza a breve termine, quelle importanti hanno carattere soggettivo e si riferiscono normalmente alle credenze e ai valori personali dell’individuo; generalmente rimandano a obiettivi che si dipanano sul medio-lungo termine. Che attività svolgere prima delle altre? Sicuramente quelle urgenti, che scaturiscono da imprevisti o avvenimenti inattesi oppure da una cattiva organizzazione di attività importanti che col tempo sono diventate anche urgenti. Di solito ci si accosta a questi impegni con un po’ di ansia e stress, ma questi stati d’animo, se gestiti bene, possono essere positivi. Poi ci sono le attività urgenti e non importanti, che a volte erroneamente cataloghiamo come «importanti», mentre sono rilevanti tipicamente per gli altri. Un esempio? Una riunione superflua. Consiglio: se ne avete la possibilità, delegate o automatizzate. E infine ecco che si dipana davanti a noi l’universo delle cose belle, quelle che ci fannostarebe nemaper lequalino nabbiamo mai tempo. « Andare in bicicletta o leggere un libro, sono attività molto importanti per noi perché ci danno valore; evidentemente bisogna sapersi ritagliare del tempo anche per queste cose e stare attenti a non cadere nella sindrome del “prima o poi” ( prima o poi andrò, farò, leggerò questo libro, ecc)», precisa D’Elia. «In questo modo