laRegione - Ticino 7

VILLA LITTA A LAINATE

Nel 2016 il suo parco è stato premiato come il più bello d’Italia. Ma è solo una delle meraviglie di Villa Litta, a Lainate.

- di Marco Jeitziner

Non bisogna confondere Linate con « Lainàa », come si dice in dialetto milanese. Non siamo in prossimità del noto aeroporto, ma in ben altro luogo di interesse: la splendidaV­illaViscon­ti BorromeoAr­eseLitta aLainate, chedistaun’orettad’autodal Ticino. Bene culturale in cui si mescolano arte, storia e divertimen­to, è nota soprattutt­o per i suoi faggi, i ginkgo biloba, i cedri e lemagnolie che ne fanno uno dei parchi più belli d’Italia.

DUE MONDI

Nei tre ettari di superficie si vive indue mondi distinti: da un lato la storica costruzion­e, dall’altro il famoso «palazzo delle acque» rinascimen­tale, il Ninfeo. Già all’entrata principale, antistante la piazza del paese, ci si imbatte nell’imponente fronte occidental­e del 16esimo secolo: circondato da edifici allungati su due piani, ecco la casa signorile cinquecent­esca e il nucleo più antico, col suo porticato di colonne granitiche, una sala a pianta circolare e le varie sale arricchite da dipinti murali. Dobbiamoqu­esta costruzion­e alContePir­ro I Visconti Borromeo che, attorno al 1585, ispirandos­i alle ville toscane dei Medici, ingaggiò grandi artisti, architetti, scultori e pittori dell’epoca. Da semplice possedimen­to a mo’ di deposito di prodotti agricoli, il conte decise di farne villa di rappresent­anza e «di delizia» per ospitare artisti e sovrani di passaggio a Milano. Vi soggiornar­ono uno dei figli di Bach (JohannChri­stian, che fumaestro dimusica per i Litta), lo scrittore Stendhal, il poeta Ugo Foscolo (si narra che qui scoprì il tradimento della sua amante). Il Conte ripensò tutto, dalle decorazion­i ai giardini, dalle esposizion­i alle sculture, fino ai celebri «scherzi d’acqua». La villa passò di mano più volte. Negli anni Venti del Settecento l’ultimo erede della dinastia, Giulio Visconti Borromeo Arese, costruì la nuova ala su tre piani in mattoni rossi, che si vedenonapp­ena si esce nei giardini. Poi ecco il marchese Pompeo Litta, il barone Ignazio Weill Weiss e negli anni Trenta delNovecen­to l’industrial­e bolognese Alberto Toselli. Dopo l’abbandono nel corso della Seconda guerra mondiale, nel 1971 il comune l’ha rilevata e recuperata.

GIOCHI D’ACQUA

All’esterno, ecco l’altra dimensione. Impossibil­e non restare colpiti dall’estetica del «palazzo delle acque» del Ninfeo, considerat­o persino più bello di quelli diRoma o Firenze. Si tratta di un «edificio di frescura» con ambienti decorati, mosaici, prospettiv­e, quinte e fondali, nonché grotte artificial­i con stalattiti, conchiglie e la «Venere al bagno». Ma attenzione: non è un luogo per idrofobi o «fashionvic­tim»: è tuttora un luogo di burla e di scherzi, quindi serve buonumore, perché ci si può bagnare vestiti e scarpe. Infatti, semplici quanto geniali meccanismi idraulici sui pavimenti, gestitidav­eri «fontanieri» nascosti (!), azionanosp­ruzzi incrociati e getti d’acqua inaspettat­i. La stagione della villa riprende il prossimoma­ggio: prenotatev­i sin d’ora una giornata dedicata alla cultura e alla bellezza ( villalitta­lainate.it).

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