VILLA LITTA A LAINATE
Nel 2016 il suo parco è stato premiato come il più bello d’Italia. Ma è solo una delle meraviglie di Villa Litta, a Lainate.
Non bisogna confondere Linate con « Lainàa », come si dice in dialetto milanese. Non siamo in prossimità del noto aeroporto, ma in ben altro luogo di interesse: la splendidaVillaVisconti BorromeoAreseLitta aLainate, chedistaun’orettad’autodal Ticino. Bene culturale in cui si mescolano arte, storia e divertimento, è nota soprattutto per i suoi faggi, i ginkgo biloba, i cedri e lemagnolie che ne fanno uno dei parchi più belli d’Italia.
DUE MONDI
Nei tre ettari di superficie si vive indue mondi distinti: da un lato la storica costruzione, dall’altro il famoso «palazzo delle acque» rinascimentale, il Ninfeo. Già all’entrata principale, antistante la piazza del paese, ci si imbatte nell’imponente fronte occidentale del 16esimo secolo: circondato da edifici allungati su due piani, ecco la casa signorile cinquecentesca e il nucleo più antico, col suo porticato di colonne granitiche, una sala a pianta circolare e le varie sale arricchite da dipinti murali. Dobbiamoquesta costruzione alContePirro I Visconti Borromeo che, attorno al 1585, ispirandosi alle ville toscane dei Medici, ingaggiò grandi artisti, architetti, scultori e pittori dell’epoca. Da semplice possedimento a mo’ di deposito di prodotti agricoli, il conte decise di farne villa di rappresentanza e «di delizia» per ospitare artisti e sovrani di passaggio a Milano. Vi soggiornarono uno dei figli di Bach (JohannChristian, che fumaestro dimusica per i Litta), lo scrittore Stendhal, il poeta Ugo Foscolo (si narra che qui scoprì il tradimento della sua amante). Il Conte ripensò tutto, dalle decorazioni ai giardini, dalle esposizioni alle sculture, fino ai celebri «scherzi d’acqua». La villa passò di mano più volte. Negli anni Venti del Settecento l’ultimo erede della dinastia, Giulio Visconti Borromeo Arese, costruì la nuova ala su tre piani in mattoni rossi, che si vedenonappena si esce nei giardini. Poi ecco il marchese Pompeo Litta, il barone Ignazio Weill Weiss e negli anni Trenta delNovecento l’industriale bolognese Alberto Toselli. Dopo l’abbandono nel corso della Seconda guerra mondiale, nel 1971 il comune l’ha rilevata e recuperata.
GIOCHI D’ACQUA
All’esterno, ecco l’altra dimensione. Impossibile non restare colpiti dall’estetica del «palazzo delle acque» del Ninfeo, considerato persino più bello di quelli diRoma o Firenze. Si tratta di un «edificio di frescura» con ambienti decorati, mosaici, prospettive, quinte e fondali, nonché grotte artificiali con stalattiti, conchiglie e la «Venere al bagno». Ma attenzione: non è un luogo per idrofobi o «fashionvictim»: è tuttora un luogo di burla e di scherzi, quindi serve buonumore, perché ci si può bagnare vestiti e scarpe. Infatti, semplici quanto geniali meccanismi idraulici sui pavimenti, gestitidaveri «fontanieri» nascosti (!), azionanospruzzi incrociati e getti d’acqua inaspettati. La stagione della villa riprende il prossimomaggio: prenotatevi sin d’ora una giornata dedicata alla cultura e alla bellezza ( villalittalainate.it).