Vivere con lemacchine: parità e uguaglianza?
Le conclusioni dell’ultima ricerca realizzata dall’Institute for the future di Palo Alto, in California (IFTF; iftf.org), promettono che intelligenza artificiale, realtà virtuale e aumentata, robotica e cloud computing – o nuvola informatica: la messa in rete di dati, la loro elaborazione e trasmissione, resi disponibili in remoto, on demand – trasformeranno profondamente il rapporto macchina-uomo. Siamo di fronte al consueto bivio tra le due prospettive estreme su macchine e futuro: da una parte l’ansia della potenziale disoccupazione causata dalla robotica, dall’altra la visione fiduciosa che vede la tecnologia come panacea per i problemi sociali e ambientali. Dovremo stabilire le potenzialità della nuova relazione tenendo a mente i valori etici, e valutando se sia meglio sostituire il lavoro dell’essere umano oppure se sia più opportuno fare in modo che i computer ci aiutino e assistano. Secondo alcuni, se la logica applicata non sarà lungimirante, ma finalizzata allo sfruttamento e al risparmio sui costi, il vantaggio economico sarà per pochi, a spesedei piùdeboli. Nonèun caso che proprio Bill Gates (fondatore di Microsoft) abbia lanciato una provocazione: tassare il lavoro dei robot proprio come quello umano per garantire equità. Un approccio deontologicamente consapevole permetterà un successo alla portata di tutti. Diversamente il costo sociale sarà altissimo. «C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia raggiungono tutti», diceva il discusso Henry Ford, «padre» della catena di montaggio. I dilemmi, in fondo, restano gli stessi.