INTERVISTA A PAOLO RUFFINI
Direttore, amaggio lei festeggerà quattro anni alla guida di Tv2000. Ritiene questa esperienza diversa rispetto a quelle avute quale direttore diRai 3 e di La7?
«Certamente lo è, perché a Tv2000 mi sento una tessera di un mosaico molto più grande, un piccolo particolare del disegno di Papa Francesco di unaChiesa inuscita. ARai 3 hocercato di costruire una rete che non fosse ideologica, dando espressione soprattutto a ciò che altrove non trovava posto. Quando sono andato a La7 ho messo questa mia esperienza a disposizione di un progetto che aveva l’ambizione di costruire un’alternativa commerciale di qualità. I fatti poi sono andati diversamente, almeno in parte. E nel frattempo erano cambiate tante cose. Nella televisione italiana, e nella Chiesa con l’elezione di Papa Francesco, che ci chiede di considerare il piccolo schermo un luogo di missione, di testimonianza, di costruzione di processi di cambiamento. Dove lo sguardo cristiano del mondo possa confrontarsi con tutti. Dunque, per me è un compito più grande di quelli avuti nel passato».
Secondo lei, a quali fattori dipende il successo che in termini di ascolti e visibilità sta riscuotendo la televisione che dirige?
«Per parafrasare Vasco Rossi, dipende dal dare un senso a ciò che altrimenti non ce l’ha. Stare ore davanti alla televisione ha senso solo se poi, quando uno la spegne, non ha la sensazione di aver perso qualcosa, ma di averlo guadagnato. Senza un punto di vista preciso, ogni cosa ci appare sfocata, una confusa anarchia di fatti senza senso».
Tra nuove piattaforme online e social, come immagina il futuro di Tv2000?
«Lo immagino multimediale, crossmediale, multipiattaforma, innovativo nei linguaggi e nel meccanismo di distribuzione. Credo che il futuro sia lì e noi dovremmo essere pronti. Se ci riesce, ancheprima degli altri».