Monica Piffaretti
Giunto alla sua terza edizione in pochi mesi, ilprimoromanzogiallodiMonica Piffaretti non è passato inosservato. Alla critica, ma soprattutto alla voce ben più interessante dei lettori. Tanto che la detective bellinzonese Delia Fischer pare sia già sul campo con nuove indagini all’ombra dei Castelli... Nel frattempo, la sua creatrice ha avuto un bel daffare proprio con i lettori, incontrati virtualmente ( monicapiffaretti.ch) e in carne e ossa per strada, nelle serate di presentazione e nei club di lettura. Con qualche provocazione. «“Ehi, Delia!” mi ha chiamato qualcuno» ci confida la signora Piffaretti: «E iomi sono pure voltata. Delianon è ilmioalter ego, però ormai ci conosciamo; se la incontrassi davvero per le vie di Bellinzona nonmi sorprenderei. È nata lì». Come avviene con molti gialli, una volta iniziati vicende e ritmo catturano il lettore: «C’è chi mi ha fermata dicendomi di averlo letto in un boff. O cheDelia ha fatto loro compagnia durante una notte insonne. Certo, forse ha spiazzato qualcuno: una signora di mezza età, che già aveva let- to altri miei libri, mi ha confessato che “non pensava che io scrivessi cose così”, insomma di omicidi, intrighi, crepacci dell’anima. L’ho invitata a una serata di presentazione e avrebbe capito che, sotto il giallo, sono quella di sempre. E che la trama è un pretesto per scrivere anche d’altro. Di temi umanissimi e di sguardi sulla società». Qualche critica, ma anche piacevoli sorprese: «Ho avuto un contatto dalla Norvegia. Il Nord Europa, sappiamo, è terradigialli e una compagnadi liceochenonvedoda tempo loha lettoemi ha fattonotare che lo stile ricorda quello di Jo Nesbø. Mi ha pure lanciato un ponticello verso una casa editrice di lassù... Sognare (di essere tradotta in altre lingue) non costa nulla».