Un posto sulla nuvola. Nuovimestieri dal web 3.0
Il digitale continua a trasformare le professioni. Fra cloud computing, internet delle cose, sicurezza informatica e programmazione, le opportunità non mancano. Ma i requisiti evolvono continuamente e la formazione fatica a tenere il passo.
Spesso ci si interroga – con conclusioni discordanti – sull’eventuale capacità del digitale di generare lavoro. La continua automazione degli ultimi 20 anni ci permette di vivere un cambio epocale, paragonabile all’invenzionedelmotore a scoppionella secondametà del 1800oalla conversione dell’economia da manifatturiera a fornitrice di servizi.
Come ogni rivoluzione tecnologica, anche ladigitalizzazioneha al contempo aumentato la produttività e reso obsolete alcune figure professionali. E se ancora nel 2015 le persone che sfruttavano un accesso a internet erano «solo» due miliardi, ora se ne contano 3,7: circa metà della popolazione mondiale. Con la diffusione di internet sono mutati, per questa nuova popolazione, molti aspetti della propria vita: dal tempo libero ai rapporti interpersonali, dalla cultura al cibo. Facebook è diventato un concorrente degli scooter, perché tiene i ragazzi a casa invece di incentivarli a uscire. Impossibile, dunque, pensare che quest’ondata non tocchi la nostra attività professionale. Il problema è che la familiarità con il mondo digitale non si traduce immediatamente in nuove competenze professionali: un tema a cui Ticino7 ha dato ampio risalto, evidenziando studi alla mano le gravi lacune e il ritardo nella preparazione dei ragazzi nell’ambito delle tecnologie digitali («Competenza digitale cercasi», di Marco Jeitziner, n. 37 del 15 settembre 2017).
Un esempio pratico
Ma entriamo nel merito prendendo quale esempio la produzione di un sito web. Innanzitutto servono sviluppatori: front-end (che curano l’interfaccia
con l’utente finale), e back-end, che si occupano dell’aspetto di collegamento al server (spesso accompagnati da app developer). Ruoli complementari, con linguaggi di programmazione distinti. I content designer identificano invece le esigenze dei fruitori per realizzare contenuti e testi interessanti, come se fossero dei curatori di una mostra. Gli specialisti di esperienza dell’utente fanno sì che l’uso del sito risulti efficace e piacevole. I digital architect ampliano il campo d’azione: hanno come priorità la soddisfazione dell’azienda cliente, dunque la funzionalità e validità del sito web: in altre parole concretizzano l’efficienza, avendo un obiettivo di business da raggiungere. Concretamente, il front-end developer è uno dei profili più ricercati; la domanda di content designermigliora del 40% all’anno; un’impresa su 3 intende assumere uno user interface manager nel prossimo triennio e Jobrapido indica che le richieste di digital architect sono schizzate del 371% nel 2016. Estiamo analizzandosololaparte creativa/estetica. Se esaminassimo anche gli impieghi legati alle vendite online o l’impatto occupazionale generato dai social, vedremmonumeri da capogiro.
Guardare all’Italia, capire il Ticino
Quindi la previsione è rosea, tenendo benpresenteperòcheilmarginedimiglioramento è ampio. Lo scorso dicembre si è tenuto all’Auditorium Bicocca diMilano un convegno di presentazione dell’Osservatorio delle Competenze
Digitali dal titolo «Le Competenze Digitali 4.0: Scuola, Lavoro e Impresa». Al centro dell’incontro vi era la pubblicazione della terza edizione dell’Osser
vatorio delle Competenze Digitali (2017; aicanet.it/osservatorio), uno studio di oltre 100 pagine che rileva il quadro della situazione attuale in Italia, con alcuni nuovi elementi conoscitivi: dai requisiti delle professioni future ai numeri che quantificano la carenza di professionisti ICT (acronimo di Information and Communications Technology), alle caratteristiche dei percorsi di formazione dei laureati e di aggiornamento della forza lavoro.
Fare attenzione alla situazione italiana e osservarne le dinamiche in ambito digitale è essenziale per il cantone Ticino, in particolare per trovare dati utili a comprendere i cambiamenti in atto. Anche perché la situazione in Ticino risulta meno studiata rispetto a quella di Milano e della Lombardia.
Un aspetto che ci hanno confermato anche Morena Ferrari Gamba di LWP ( lwphr.ch) e Roberto Lipari di BFK ( bfkconsulting.ch), head hunter di due società per la ricerca di personale qualificato attive nella piazza ticinese e svizzera, consulenti per questo articolo e attenti osservatori di quanto avviene oltre confine.
Secondo l’Osservatorio delle Competen
ze Digitali il mercato evidenzia l’assenza di funzioni di base: dai programmatori ai tecnici di sicurezza informatica, dai big data analist (che studiano gli enormi flussi di dati aggregati scambiati sulla rete) agli esperti di banda e cloud.
Sicurezza e big data trainanti
Anche gli specialisti di sicurezza sono pochi a livello globale, e con molte carenze. Nel 2017 i crimini informatici sono proliferati: nei primi 6 mesi dell’anno gli attacchi hacker gravi e di pubblico dominio sono stati 571 (ma chissà quanti saranno stati in totale...). Ciò evidenzia una sottovalutazione del rischio unita a scarsità di investimenti: una tendenza aggravata dall’aggravarsi delle minacce informatiche, dato che la sofisticazione dei malware (virus e altri programmi «cattivi») è in aumento. L’evoluzione professionale del settore, dunque, sarà strategica. I big data analist saranno invece la chiave per conoscere alla perfezione le esigenze dei consumatori e far impennare qualunque commercio. Chi saprà tradurre in dati il maggior numero di informazioni, per aggregarle e consentirne l’analisi, terrà in pugno la potenziale prosperità delle aziende di qualsiasi settore merceologico. Ogni realtà web potrebbe raccogliere unamiriade di informazioniperogni accesso, sesolo ci fosse l’esperienza per farlo: si potrebbero inquadrare gli internauti annoiati in ufficio, gli insonni, i mancini, le reazioni ai colori. Sapere chi indugia col mouse inunlato del monitor, chi fa
scelte etiche, i lettori e le vittime dello shopping compulsivo...
Negli ultimi 10 anni la banda per trasferire dati si è ampliata di 45 volte. Si stima che i flussi digitali commerciali (ricerche, video, comunicazioni fra società) si moltiplicheranno per 9 nei prossimi 5 anni. McKinsey riporta che ciò accrescerà del 10% scambi commerciali e investimenti. L’internet delle cose ( la messa in rete di oggetti ed elettrodomestici di uso corrente, quali auto e frigoriferi) avrà uguale impatto positivo sul mercato del lavoro: serviranno infatti professionisti in grado di gestire il funzionamento di questa enorme rete, garantendo per esempio risparmi energetici e un’offerta di beni e servizi sempre più sumisura.
Studiare paga
InEuropa, un’impresa suduenonèancora digitale. Per questa ragione e col chiaro obiettivo di replicare la spinta che negli USA ha favorito la nascita di nuovi posti, l’Unione Europea attuerà vasti programmi di digitalizzazione aziendale. Negli Stati Uniti lo sviluppo di applicazioni per il mobile ha creato 500mila nuovi posti di lavoro, numero che potrebbe addirittura triplicare. A trarne maggior vantaggio sarebbero le piccole e medie imprese, in grado di generare maggiore occupazione delle grandi imprese e perfezionarsi celermente con l’aiuto della tecnologia. Secondo il sempreverde studio del 2013 dei famosi ricercatori di Oxford, CarlFreyeMichaelOsborne, che valuta le probabilità di estinzione di varie professioni americane, meno minacciate sono le persone più istruite che abbracciano il cambiamento, in grado di coniugare storia, novità, tradizione, creatività e tecnologie. In effetti la velocità dell’era digitale non impone più i piani previsionali di business a tre anni, quanto invece una formazione continua unita a una mentalità aperta: caratteristiche alla portata di tutti che, se abbinate a esperienza e saggezza, costituirebbero qualità vincenti. È infatti falso il preconcetto che vorrebbe i 45/50enni di ora poco digitali: in molti casi si tratta della generazione che iniziò a lavorare con l’avvento dei computer, professionisti che non conoscono un’operatività alternativa a quella digitale e che dunque considerano imprescindibile un perfezionamento puntuale e ciclico delle proprie capacità.
Come sempre, il futuro sorriderà a chi vorrà aggiornare con celerità e tempismo le proprie competenze.