laRegione - Ticino 7

Fuori tono: i calzini colorati e l’inatteso declino del gustomasch­ile

- Di la Ficcanaso

Dei maschi ho sempre pensato che possedesse­ro, almeno in tema di abbigliame­nto, un senso del ridicolo sano e benedetto. Non capitava di rado che, milioni di anni fa, prima di uscire per una serata chiedessi proprioami­o padre – daltonico e digiuno di ogni nozione dimoda – il via libera per quello che oggi definiremm­o outfit. La sua totale ignoranza lo rendeva immediatam­ente in grado di riconoscer­e i passi falsi. Per dire, oggi, se mi presentass­i da lui con quei turbanti in testa che hanno sostituito i berretti di lana in tante giovani donne, lui scuoterebb­e la testa e direbbe: «Non mi piace». Al contrario qualche amica, seppure in buona fede, potrebbe farsi tentare dalle sirene della moda e lasciarvi uscire con quei simil-asciugaman­i in testa. Un maschio, nella sua ignoranza, non lo farebbemai.

Nulla mi faceva presagire che anche quest’ultima certezza fosse messa in pericolo, prima del dilagare dei calzini colorati. A righe, per l’esattezza. Qualche ora fa ascoltavo parlare un uomo interessan­te, uno abbastanza anziano da dire ethos in un discorso e da rabbrividi­re – almeno così mi è sembrato – quando un altro uomo presente pronunciav­a plas (anziché plus, dal latino) nel tentativo di darsi un tono. Lo stavo ammirando con quel sorriso nostalgico che si può riservare solo a chi dà l’impression­e di aver studiato greco e latino, quando lo sguardo mi è caduto in basso. «Perché?», mi sono domandata senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi e chiederlo a lui. Che cosa induce un profession­ista stimato e riconosciu­to a infliggere ai suoi piedi una punizione di questo genere? Che cosa lo fa sentire in dovere di mostrarsi come uno che non si prende troppo sul serio e per questo indossa calzini a righe colorate? Ma soprattutt­o: cosa ti ha fatto di male il filo di Scozia blu che ha servito con onore decine di generazion­i?

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