Alba. Le Langhe oltre il tartufo
Le Langhe oltre il tartufo
Nella cittadina piemontese si mangia e si beve benone, lo sanno anche i sassi. Ma l’arte sacra e quella profana, le memorie romane e quelle comunali riservano altre sorprese. Senza dimenticare la penna di Beppe Fenoglio…
La visita nelle Langhe può trasformarsi in una meravigliosa esperienza. Non solo perché si tratta di uno straordinario distretto enogastronomico, ma perché fra dolci colline, borghi medievali, siti archeologici e natura potreste innamorarvi seriamente, come è già capitato a molti ticinesi e confederati.
Il punto di riferimento è ovviamente Alba, capitaledelleLanghe e cittàdalle «cento torri», anche se siamo a tutti gli effetti all’interno della vasta provincia di Cuneo. Poco più di 30mila abitanti, adagiata in una conca pianeggiante nella valle del Tanaro, Arba, in dialetto langarolo, ha origini celtiche, ma nel secondo secolo a.C. diviene Alba Pompeia, dal nome del suo conquistatore, il senatore e comandante romano Gneo Pompeo Strabone (135–87 a.C.). Devastata a più riprese dalle invasioni barbariche e dai Saraceni, risaliti dalla Liguria, durante il Medioevo si dota di un efficiente sistema di difesa murario e partecipa alla fase più calda delle lotte comunali, in netta contrapposizione adAsti, sua storica rivale. Città di artigiani, al tempo della Rivoluzione francese si schiera per il rinnovamento e perNapoleone: una fedeltàmal ripagata, pensandoai saccheggi e alle ruberie compiuti impunemente dai francesi. Fascista per obbedienza più che per vocazione, dal 10 ottobre al 2 novembre del 1944 si proclama Repubblica partigiana indipendente: sono i 23 gloriosi giorni narrati da Beppe Fenoglio nel suo celebre romanzo. Nominata nel 2017 «Città creativa» per la gastronomia dall’Unesco, oggi è una città con una spiccata vocazione imprenditoriale e turistica, grazie alle numerose aziende presenti sul suo territorio e alle assai esclusive strutture
ricettive e ristorative: cucina regionale e non solo, una produzione vinicola celebre nel mondo e il suo apprezzato tartufo, questi i suoi maggiori punti di forza.
Dentro lemura
La città, sorta su un impianto romano, ha in Piazza Savona e in Piazza Risorgimento i suoi due principali poli. Sulla seconda di queste piazze si affaccia l’austera Cattedrale romanico-gotica di San Lorenzo Martire. Antichissima – la sua fondazione originaria risale al V secolo –, è stata riedificata dal 1486 al 1516, per volontà del vescovo Andrea Novelli, per essere poi restaurata e ampliata a più riprese nelle epoche successive, mantenendo sempre l’impianto plani-volumetrico su tre navate, a croce latina.
Un piccolo gioiello architettonico da nonperdere è la chiesa di SanDomenico, fondatanel 1292 e un tempo annessa al convento dei domenicani. In stile gotico severo primitivo, ad archi semiacuti, presenta una facciata a capanna di impostazione lombarda a due spioventi. L’interno offre al visitatore cicli di affreschi di grande impatto visivo, risalenti al periodoche va dal 1300alla metà del Quattrocento.
Un sabato indimenticabile
Impossibile comprendere lo spirito delle «colline del gusto» se non si partecipa alMercato aleramico del sabato: profumi, suoni, le urla dei venditori e centinaia di bancarelle riempiono le piazze e le viuzze della città offrendo prodotti di ogni genere, inclusi i pre- sidi gastronomici del Roero e della Langa. Proseguendo lungo la via Vittorio Emanuele, la «via Maestra» per gli abitanti di Alba, vi capiterà di essere catturati dall’intenso profumo di tartufo. Numerose sono le «boutique» che offrono questo preziosissimo dono della terra. La più nota, TartufiMorra, si trova al numero 3 di Piazza Pertinace. Questo negozio è stato fondato nel 1930 da GiacomoMorra, il primo a comprendere l’enorme potenziale del tartufo bianco d’Alba, un prodotto pregiatissimo e costoso, oggi esportato in tutto il mondo. Per chi poi si considera un vero e proprio «dipendente» dalla trifola, ogni anno lacittàospita laFiera internazionale del tartufo bianco, che nel 2018 si terrà dal 6 ottobre al 25 novembre, con eventi, degustazioni e incontriconimaggiorichefdelmomento.
Trekking enologico
Le Langhe offrono la possibilità di coniugare la passione per il vino e l’attività fisica, stabilendo un contatto più intimo con la dimensione che contrassegna la splendida terra del Barolo. Con l’aiuto di una guida, si parte dal monumento del Vignaiolo in località La Morra e si prosegue visitando diverse tenute agricole con la possibilità di compiere degustazioni o di pranzare presso uno dei ristoranti della zona. Tappa fissa, la Cappella dellaMadonna delleGrazie, di proprietà dellaCantina Cerreto. Edificata nel 1914 per accogliere i lavoranti delle vigne durante i temporali, è stata recentemente ristrutturata dagli artisti David Tremlett e SolLeWitt.