Tel Aviv. Un’eterna primavera
La città israeliana è poco più che centenaria, ma la sua influenza politica ed economica è determinante nella scacchiera del vicino Oriente. Anche il turista non rimarrà deluso, vista la qualità delle sue proposte.
Rispetto ad altre città israeliane, TelAviv è intuttoeper tuttouna città inventata: una new town, per usare una definizione tecnica. Nasce infatti nel 1909 per volontà di un gruppo di coloni, complessivamente una sessantina di famiglie, desiderosi di dar vita a un nuovo insediamento in riva almarMediterraneo, distinto dalla vicina città di Jaffa. Pare che, in una sorta di cerimonia, i «padri fondatori» si siano riuniti sulla spiaggia e abbiano estratto a sorte i lotti destinati all’edificazione delle loro abitazioni. L’obiettivo era quello di creare una «città giardino», sulmodello di quelle inglesi e poi dei concetti urbanistici espressi dal Bauhaus.
La città e ilmare
Il suo sviluppo fu accelerato dall’arrivodiebrei europei allafinedellaPrima guerra mondiale e in seguito alle persecuzioni naziste. Oggi TelAviv, cheda tempo include l’antico nucleo di Jaffa, è una città modernissima, costellata di grattacieli, con una popolazione che ha quasi raggiunto il mezzo milione di abitanti grazie alla sua crescente importanza economica e al ruolo di ca- pitale economica e burocratica dello Stato di Israele. Qui si trovano infatti i ministeri e le sedi diplomatiche straniere, ma anche industrie tessili, alimentari, farmaceutiche, grafiche oltre a un importante settore terziario e ad attività legate alle nuove tecnologie informatiche e digitali. A tutto ciò si aggiungono teatri, musei e spazi culturali che ne fanno un centro estremamente vivo dal punto di vista artistico e sociale. Senza dimenticare la splendida posizione sulmare, valorizzata da un’ampiaspiaggiaedaungrannumero di strutture ricettive di ottimo livello.
Divertimento e cucina
Pare che in Israele si sia soliti dire che «a Gerusalemme si prega, ad Haifa si lavora, a Tel Aviv ci si diverte». Si tratta ovviamente di una generalizzazione, che ha però il suo fondamento. Un buon punto di partenza per la visita alla città è sicuramente il lungomare, che rappresenta anche il luogo ideale per pernottare, vista la presenza di molti alberghi. Sabbia finissima, locali e stabilimenti balneari, fontane, centri fitness e quant’altro costellano l’intero tratto, che si può tranquillamente percorrere a piedi. Per certi versi la situazione, contantodi bagnini che ogni tanto lanciano urla di avvertimento ai bagnanti – il mare è spessomosso e bisogna immergersi con cautela –, ricorda quella diMiami o di Rimini e Riccione: ragazzi e ragazze che sfrecciano su skate e monopattini, personaggi bizzarriemusica fino alle 22 (Tel Aviv vanta una popolazione con un’età media di 34 anni). Il sabato è possibile assistere ai picnic delle famiglie chassidiche, che non si spogliano, non nuotano e si limitano a giocare con i bambini in prossimità della riva. Manmano che ci si avvicina a Jaffa si incontranopalazzi in costruzione, carcasse di auto abbandonate e qualche senzatetto.
Un altro luogo che vale la pena visitare è il quartiere di CarmelMarket (Shuk
Ha’Carmel), che ospita il più fornito e ampio mercato ortofrutticolo di Tel Aviv. Visitabile tutti i giorni a parte la domenica, è una tappa obbligata per scoprire il lato più tradizionale e «gustoso» della città, visto che si tratta di un vero e proprio fast food a cielo aperto. Vi abbondano infatti banchetti che offrono una gran varietà di delizie e curiosità culinarie, dai falafel su pita al börek, uno sformato di formaggio, patate e verdura. Nonmancano ristoranti anche di buonlivello che propongono piatti tradizionali preparati con ingredienti freschissimi.
Cultura e un po’ di Ticino
Per chi è in cerca di incontri ed eventi culturali, Tel Aviv assicura un’offerta varia e di grande interesse. A partire dal Museo d’Arte, istituito nel 1932 e in cui sono esposte, fra le tante, opere di Picasso, Klimt, Soutine, Miró, Kandinskij e Pollock.
Da visitare anche il Museo del popolo ebraico, situato presso il campus universitario della città a Ramat Aviv, e che offre la possibilità di approfondire la conoscenza dell’ebraismo attraverso esposizioni, programmi di visita gui- dati e audiovisivi. Per chi proviene dal Ticino, una tappa da non perdere è costituita dalla Sinagoga Cymbalista e il Centro dell’Eredità ebraica, uno splendido edificio progettato da Mario Botta e realizzato al centro del campus; inaugurato nel 1998, è contrassegnato da due torri conoidali del diametro di 17 metri appoggiate su un ampio basamento a parallelepipedo, suddiviso a sua volta in due edifici a pianta quadrata. Rigore, spiritualità e uno straordinario gioco di luci ne fanno una delle maggiori opere della città.