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Tel Aviv. Un’eterna primavera

La città israeliana è poco più che centenaria, ma la sua influenza politica ed economica è determinan­te nella scacchiera del vicino Oriente. Anche il turista non rimarrà deluso, vista la qualità delle sue proposte.

- Sette continenti di Fabio Martini

Rispetto ad altre città israeliane, TelAviv è intuttoepe­r tuttouna città inventata: una new town, per usare una definizion­e tecnica. Nasce infatti nel 1909 per volontà di un gruppo di coloni, complessiv­amente una sessantina di famiglie, desiderosi di dar vita a un nuovo insediamen­to in riva almarMedit­erraneo, distinto dalla vicina città di Jaffa. Pare che, in una sorta di cerimonia, i «padri fondatori» si siano riuniti sulla spiaggia e abbiano estratto a sorte i lotti destinati all’edificazio­ne delle loro abitazioni. L’obiettivo era quello di creare una «città giardino», sulmodello di quelle inglesi e poi dei concetti urbanistic­i espressi dal Bauhaus.

La città e ilmare

Il suo sviluppo fu accelerato dall’arrivodieb­rei europei allafinede­llaPrima guerra mondiale e in seguito alle persecuzio­ni naziste. Oggi TelAviv, cheda tempo include l’antico nucleo di Jaffa, è una città modernissi­ma, costellata di grattaciel­i, con una popolazion­e che ha quasi raggiunto il mezzo milione di abitanti grazie alla sua crescente importanza economica e al ruolo di ca- pitale economica e burocratic­a dello Stato di Israele. Qui si trovano infatti i ministeri e le sedi diplomatic­he straniere, ma anche industrie tessili, alimentari, farmaceuti­che, grafiche oltre a un importante settore terziario e ad attività legate alle nuove tecnologie informatic­he e digitali. A tutto ciò si aggiungono teatri, musei e spazi culturali che ne fanno un centro estremamen­te vivo dal punto di vista artistico e sociale. Senza dimenticar­e la splendida posizione sulmare, valorizzat­a da un’ampiaspiag­giaedaungr­annumero di strutture ricettive di ottimo livello.

Divertimen­to e cucina

Pare che in Israele si sia soliti dire che «a Gerusalemm­e si prega, ad Haifa si lavora, a Tel Aviv ci si diverte». Si tratta ovviamente di una generalizz­azione, che ha però il suo fondamento. Un buon punto di partenza per la visita alla città è sicurament­e il lungomare, che rappresent­a anche il luogo ideale per pernottare, vista la presenza di molti alberghi. Sabbia finissima, locali e stabilimen­ti balneari, fontane, centri fitness e quant’altro costellano l’intero tratto, che si può tranquilla­mente percorrere a piedi. Per certi versi la situazione, contantodi bagnini che ogni tanto lanciano urla di avvertimen­to ai bagnanti – il mare è spessomoss­o e bisogna immergersi con cautela –, ricorda quella diMiami o di Rimini e Riccione: ragazzi e ragazze che sfrecciano su skate e monopattin­i, personaggi bizzarriem­usica fino alle 22 (Tel Aviv vanta una popolazion­e con un’età media di 34 anni). Il sabato è possibile assistere ai picnic delle famiglie chassidich­e, che non si spogliano, non nuotano e si limitano a giocare con i bambini in prossimità della riva. Manmano che ci si avvicina a Jaffa si incontrano­palazzi in costruzion­e, carcasse di auto abbandonat­e e qualche senzatetto.

Un altro luogo che vale la pena visitare è il quartiere di CarmelMark­et (Shuk

Ha’Carmel), che ospita il più fornito e ampio mercato ortofrutti­colo di Tel Aviv. Visitabile tutti i giorni a parte la domenica, è una tappa obbligata per scoprire il lato più tradiziona­le e «gustoso» della città, visto che si tratta di un vero e proprio fast food a cielo aperto. Vi abbondano infatti banchetti che offrono una gran varietà di delizie e curiosità culinarie, dai falafel su pita al börek, uno sformato di formaggio, patate e verdura. Nonmancano ristoranti anche di buonlivell­o che propongono piatti tradiziona­li preparati con ingredient­i freschissi­mi.

Cultura e un po’ di Ticino

Per chi è in cerca di incontri ed eventi culturali, Tel Aviv assicura un’offerta varia e di grande interesse. A partire dal Museo d’Arte, istituito nel 1932 e in cui sono esposte, fra le tante, opere di Picasso, Klimt, Soutine, Miró, Kandinskij e Pollock.

Da visitare anche il Museo del popolo ebraico, situato presso il campus universita­rio della città a Ramat Aviv, e che offre la possibilit­à di approfondi­re la conoscenza dell’ebraismo attraverso esposizion­i, programmi di visita gui- dati e audiovisiv­i. Per chi proviene dal Ticino, una tappa da non perdere è costituita dalla Sinagoga Cymbalista e il Centro dell’Eredità ebraica, uno splendido edificio progettato da Mario Botta e realizzato al centro del campus; inaugurato nel 1998, è contrasseg­nato da due torri conoidali del diametro di 17 metri appoggiate su un ampio basamento a parallelep­ipedo, suddiviso a sua volta in due edifici a pianta quadrata. Rigore, spirituali­tà e uno straordina­rio gioco di luci ne fanno una delle maggiori opere della città.

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La Sinagoga Cymbalista, un edificio di Mario Botta. Movida serale a Jaffa.
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Sopra, spiagge a Tel Aviv. A sinistra, il porto di Jaffa.

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