Si vive alla giornata
Come sta la lingua latina nel nostro cantone? Lo chiediamo a Lucia Orelli Facchini, docente di greco e latino al liceo di Bellinzona, rappresentante dei filologi classici ticinesi nello Schweizerischer Altphilologenverband emembro di comitato dell’Associazione italiana di cultura classica, Delegazione della Svizzera italiana. «Direi che è ancora discreto, anche se peggiorato rispetto a una generazione fa. A mio avviso la Riforma della maturità liceale avviata nel 1995 ha contribuito al declino del liceo classico (i tipi A e B del vecchio liceo). La Riforma voleva apertura e mirava a creare maggiore elasticità nei confini tra lediscipline, manonhasalvaguardato quanto di funzionante e positivo offriva il vecchiomodello. Il risultato è stato un liceo scientifico ipertrofico a scapito del liceo umanistico».
Ha un futuro nella nostra scuola?
«Lo deve avere. Non scorgo altra disciplina che sappia coniugare in modo simile l’anima scientifica e l’anima umanistica. L’approccio ai testi latini è algebrico-analitico e la versione dal latino all’italiano è una raffinata operazione lessicale e culturale. Il latino è una palestra straordinaria! E favorisce proprio quelle «competenze trasversali» che nella scuola sono sulla bocca di tutti, come la capacità di discriminare. Per non parlare dell’intercomprensione tra le lingue e le culture di cui è matrice comune. Il latino deve avere un futuro nel Canton Ticino. Parliamo italiano e l’italiano è il latino di oggi. Lei trascurerebbe una nonna brillante e perfettamente lucida che ha tanto da raccontarle?».
Ma c’è interesse per il latino nel nostro cantone e in Svizzera?
«C’è eccome. Ma mi stupisce sempre per la sua intensità quello che chiamerei interesse col senno di poi, da parte di chi, ormai adulto, scopre il latino e la sua splendida letteratura, segue corsi e seminari. Nel nostro cantone è attiva per esempio la Delegazione della Svizzera italiana dell’Associazione italiana di cultura classica che organizza conferenze, visite guidate e viaggi. A Lugano e a Locarno vi sono letture, ci sono corsi di latino per adulti. A livello federale, ma soprattutto nella classe politica, rispetto per esempio agli anniOttantami pare invece che l’interesse vada scemando».
Cosa si potrebbe fare per impedire che questa lingua scompaia?
«Il futurodel latinoènellemanidelle nostreautoritàscolastiche. Si semina nella scuola. Per quanto concerne la scuola dell’obbligo il Gran Consiglio ha da poco approvato l’inizio della sperimentazione della riforma La
Scuola che verrà in quattro sedi del cantone. Per ora sono tutti in faccende pedagogiche affaccendati. Speriamo che in tanto fervore il latino non scappi dalle maglie. E dire che il latino è un uovo di Colombo: iniziato in seconda media risolverebbe tanti problemi di italiano e ne eviterebbe in francese, in tedesco e in inglese. Sono tutte lingue indoeuropee che “funzionano” in modo simile. Pensi che a Berlino e a Zurigo (Kantonsschule ZHNord) si sta facilitando agli alloglotti l’apprendimento del tedesco proprio attraverso l’insegnamento del latino. Ed è tutto dire. Per quanto riguarda il liceo è in corso una valutazione della ventennale Riforma della maturità. Non conosco i criteri di valutazione. Posso solo dire che per ora il latino non è stato coinvolto. Affaire à suivre...».