laRegione - Ticino 7

E il nostro tempo?

La cosa più preziosa, dopo la salute, è la possibilit­à di avere qualche ora da dedicare a se stessi. Un vero lusso, per molti di noi...

- Società di Barbara Bitetti

Iritmi rapidi del digitale hanno cambiato la percezione dello scorrere delle nostre giornate. La velocità di internet e rete ci permettono di seguire più progetti. La curiosa conseguenz­a di questa iperattivi­tà è che, in assenza di piani, diventiamo bulimici invece di goderci dei meritati momenti di ozio e questa affannata gestione ci fa avvertire un’infondata scarsità di tempo. Non è un caso se i più disparati settori dell’economia si interrogan­o per intercetta­re leprossime esigenzede­lmercato e l’esito delle ricerche indica sempre la medesima teoria: il lusso del futuro è

il tempo. I costruttor­i d’auto l’hanno già inteso e stanno perfeziona­ndo la macchina senza conducente che consentirà di dedicarsi a tutto eccetto la guida. Il fondatore della Virgin Records, Richard Branson, testa su un gruppo di 170 dipendenti un progetto di ferie illimitate, a patto che ciò non interferis­ca coi lavori incorso: è certochelo­staffne guadagnerà in creatività­emotivazio­ne poiché, in questo caso più chemai «più libertà significa più felicità».

Per stare meglio

Questo per quanto concerne le tendenze. Ma noi, da un punto di vista pratico, a che punto siamo? Una ricerca pubblicata nel luglio scorso dalla National Academy of Science americana («Buying time promotes happiness»; si veda pnas.org) prova che l’acquisto di tempo genera più benessere di qualsiasi altra spesa: la delega su compenso di incombenze personali, per esempio, dà sollievo e grande soddisfazi­one. Gli effetti positivi sono inalterati al variare didisponib­ilitàecono­mica, etàoproven­ienza geografica.

Il risvolto bizzarro che emerge è che, nonostante gli evidenti vantaggi, demandiamo con diffidenza. Di sicuro c’è una forte componente culturale inibente: una volontà di controllo maniacale sulla propria giornata e, dal punto di vista femminile, è probabile che tante donne si sentano in difetto a incaricare altri dei lavori domestici considerat­i doveri personali.

Tuttavia l’acquisto di ore libere non è così diffuso come si potrebbe immaginare, nonostante i benefici. Al contrario, si instaura un circolo vizioso autolesion­istico: pur avendo riscontrat­o di vivere in affanno e contestual­mente il piacere della delega, ci focalizzia­mo sulle minuzie. La nostra spesa si indirizza verso compere che appagano all’istante senza dare gioia e limitiamo la contentezz­a a momenti di shopping dalla gratifica fugace.

In estrema sintesi, un eccessivo controllo genera malessere, ma non riusciamo ad astrarci per una salvifica passeggiat­a all’aperto. Con buona pace degli antichi greci, secondo i quali lo scopo primario del lavoro era guadagnare tempo libero.

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