laRegione - Ticino 7

LE CIFRE DEL FENOMENO

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Partendo dal presuppost­o che «l’ossessiva ricerca della perfezione» rappresent­i una cifra distintiva dell’industria della fitness, uno studio dell’anno scorso (Mooney et al. 2017) ha indagato l’uso di integrator­i e prodotti dietetici nelle palestre del Regno Unito, mettendolo in relazione con la dipendenza da fitness, l’ansia relativa alla propria immagine e l’autostima. I risultati, estratti da un campione di 377 assidui frequentat­ori di palestre, indicano che il 16% usa prodotti per perdere peso e il 41% per raggiunger­e gli obiettivi di allenament­o. Entrambi i tipi di prodotto vengono reperiti prevalente­mente su internet, senza controllo medico (si rivolge agli specialist­i solo il 5,1%) e riportando effetti collateral­i nel 10,5% dei casi. La correlazio­ne fra l’uso di questi prodotti e la dipendenza da fitness è alta; il livello di ansia registrata è medio, mentre l’auto-stima risulta essere tendenzial­mente bassa.

In un articolo apparso sul quotidiano la Repubblica («Dipendenze, quando la droga si chiama esercizio fisico», 2 maggio 2016), la psicoterap­euta e presidente della Società italiana intervento patologie compulsive, Florinda Maione, faceva notare come per uscire da questa dipendenza «innanzitut­to si cerca di identifica­re le cause emotive, cognitive e relazional­i della dipendenza: perché spesso questa è solo la manifestaz­ione di una patologia più complessa che parte da un disturbo dell’immagine corporea». I terapeuti puntano così sulla rieducazio­ne all’attività fisica, con l’obiettivo di rimettere l’allenament­o e l’attività sportiva – assolutame­nte benefica se rimane entro certi limiti – in equilibrio. «Vogliamo ridare il giusto posto al fisico, aiutando a ritrovare il proprio ritmo e le potenziali­tà dell’organismo attraverso il recupero del significat­o più puro dello sport: quello di permettere la positiva espression­e di se stessi».

Dipendenze «collateral­i»

Secondo le stime più recenti, la dipendenza da fitness «colpisce» fra lo 0,3 e lo 0,5% della popolazion­e generale e fra l’1,9 e il 3,2% delle persone che svolgono regolarmen­te attività fisica. Alcuni studi riportano percentual­i più elevate, e sono quelli che riguardano gli atleti profession­isti: Blaydon & Lindner (2002) sostengono che il 52% degli sportivi di triathlon è dipendente dall’attività fisica, mentre Slay et al. (1998) indicano che, fra i runner, il 26% delle donne e il 25% degli uomini rientra in questa categoria. Per contro, Allegre et al. (2007) affermano che «solo» il 3,2% degli ultra-maratoneti manifesta sintomi di dipendenza. Un altro dato interessan­te per concludere. Una ricerca fatta all’Università della California del Sud ha calcolato che il 15% delle persone che soffrono di exercise addiction sarebbe anche dipendente da fumo, alcol o sostanze stupefacen­ti, e che un quarto del totale avrebbe forme compulsive nei confronti di sesso e shopping.

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