Il destino africano di Gabriella Caldelari e un viaggio nell’ “internet delle cose”
“Fin dall’adolescenza avevo una predilezione per l’Africa. Un interesse ciclico, che tornava sempre con più forza. Avevo avuto diverse occasioni per conoscere il continente nero, ma ogni volta si era frapposto qualche ostacolo. Una sorella di mia madre, suora missionaria, aveva perso la vita durante un viaggio in Africa a causa del tifo, e questo aveva ulteriormente complicato le cose in famiglia. Nel 1993, dopo aver lavorato come maestra d’asilo, mi ero impegnata come assistente ed educatrice per ragazzi disabili, masentivo il bisogno di coinvolgermi in attività più radicali e di coronare il desiderio di conoscere l’Africa. Finché, nell’aprile del 1994, vidi per la prima volta la tragedia del Rwanda. E decisi di andarci”. Una storia affascinante, il compimento del destino africano di Gabriella Caldelari, il suo impegno instancabile per la rappacificazione e la ricostruzione del Rwanda che procede un quarto di secolo dopo il genocidio. Ma anche i risvolti meno noti di una donna – nel vero senso della parola – fuori dall’ordinario. Sono i contenuti del Gioco del mondo di domenica 8 aprile (LA 1, alle 19.15).
Venerdì 13 aprile Patti chiari indaga in una delle dimensioni più intriganti di internet: la connessione alla rete degli oggetti e degli impianti della vita quotidiana. La videocamera di sorveglianza che si attiva tramite il telefonino, il frigorifero che ti invia un messaggio per comunicarti cosa devi acquistare, l’impianto elettrico e il termostato che accendi e spegni a distanza, il trolley che ti segue da solo, addirittura lo spazzolino intelligente che ti dice se ti stai lavando i denti nel modo giusto… Non è più fantascienza. È già qui, ed ha un nome: