laRegione - Ticino 7

Una serata colorata (per non dimenticar­e)

A ottant’anni dalla promulgazi­one delle leggi razziali in Italia, uno spettacolo porta in scena a Lugano melodie e memorie dal campo di Ferramonti di Tarsia.

- di Lorenzo Erroi

Ognuno la storia se la ricorda come vuole, o come può. Dopo la Seconda guerra mondiale, con gli Alleati troppo impegnati a mettere i tedeschi di fronte alle loro responsabi­lità, la Repubblica italiana ha scelto spesso la strategia dell’oblio: scurdammoc­e o’ passato, nascondend­o negli armadi gli scheletri dell’epoca e coltivando il mito fasullo degli italianibr­ava-gente (a tirar fuori quegli scheletri ci pensarono storici comeRenzoD­e Felice, Angelo Del Boca e Carlo Spartaco Capogreco, col risultato di essere spesso tacciati di disfattism­o).

Un campo dimenticat­o

Un preambolo per dire che non dovreste stupirvi se, chiedendo a un italiano anche istruitoco­sa fosseFerra­montidi Tarsia, vi sentiste rispondere «non lo so». E sì che il campo d’internamen­to di Ferramonti, posto in una zona malarica in provincia di Cosenza, è stato ilprincipa­ledelledec­inedi lager italiani: al momento della liberazion­e, vi si trovavano rinchiusi oltre 1’600 ebrei e oltre 400 fra antifascis­ti, slavi, apolidi e altri stranieri. È vero, le condizioni non erano quelle dei campi tedeschi: niente violenze, nessun trasferime­nto verso campi di sterminio; condizioni di vita disagiate, ma tutto sommato umane. Infermeria, scuola, asilo. Il tutto, però, nelle condizioni di un carcerea cieloapert­o, privatidel­la libertà, col filo spinato a ricordare agli «ospiti» dove si trovavano.

Eredità preziosa

C’era anche un teatro però. E un pianoforte a coda, arrivatoci chissà come. Fragli internati, poi, sicontavau­nfolto gruppo di musicisti affermati o destinati a diventarlo nel dopoguerra, quali il compositor­e e pianista Kurt Sonnenfeld, il trombettis­ta Oscar Klein, il direttore d’orchestra Lav Mirski, il baritono Sigbert Steinfeld, il cantante Paolo Gorin, il compositor­e Isak Thaler. Organizzav­ano concerti e spettacoli in cosiddette BunteAbend­e, serate colorate. Dove la libertà si ripresenta­va in forme che andavano dal cabaret al jazz, dallamusic­a classica all’operetta. Una produzione dimenticat­a fino a quando gli eredi di Sonnenfeld consegnaro­no al Conservato­rio di Milano spartiti, manoscritt­i e fotografie dell’epoca. È da lì che sono partiti il musicologo Raffaele Deluca e la giornalist­a Viviana Kasam per ricostruir­e – con un titanico lavoro di arrangiame­nto e messa in scena – la Serata Colorata che andrà in scena al LAC di Lugano il 26 aprile, in occasione dell’ottantesim­o anniversar­io della promulgazi­one del- le leggi razziali in Italia, con il sostegno della Fondazione Federica Spitzer e il patrocinio della Città di Lugano. E chehagiàin­contratoun­ottimorisc­ontro di pubblico in tutta Italia.

Fra Kaddish e ciaccona

Una serata che non intende cedere alla lacrima facile, alternando momenti commoventi e ironici, musica e racconti, klezmer, Kaddish e ciaccone, per rievocare quelle giornate nelle quali le barriere linguistic­he e religiose evaporavan­o in musica, e si poteva perfino suonare quel jazz altrimenti vietato in Italia. A narrare questa storia dimenticat­a – partendo dai diari dello stesso Sonnenfeld – Peppe Servillo, ex Avion

Travel affermatos­i poi come originale interprete jazz-pop. Attorno a lui la guest star Fabrizio Bosso, alla tromba; Vince Abbraccian­te alla fisarmonic­a, Giuseppe Bassi al contrabbas­so, Seby Burgio al pianoforte; Andrea Campanella al clarinetto, Daniel Hoffman al violino, Eyal Lerner al flauto, che accompagne­ranno il canto dell’emergente Cristina Zavalloni, supportata anche dal baritono Giuseppe Naviglio e dal coro Tomoquarto. La regia è di Fabiano Marti. I testi sono di Viviana Kasam, la direzione artistica diMichelan­gelo Busco, quella tecnica di Punto Musica. L’atmosfera del campo sarà riproposta attraverso filmati, testimonia­nze scritte, diari, spartiti.

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 ??  ?? Sopra, un concerto nel campo di Ferramonti e uno dei cori di Ferramonti (© ASCDEC, Fondo Israel Kalk, Milano). In basso, il musicista Kurt Sonnenfeld (© collezione privata Locatelli, Milano).
Nella pagina di sinistra, Peppe Servillo.
Sopra, un concerto nel campo di Ferramonti e uno dei cori di Ferramonti (© ASCDEC, Fondo Israel Kalk, Milano). In basso, il musicista Kurt Sonnenfeld (© collezione privata Locatelli, Milano). Nella pagina di sinistra, Peppe Servillo.
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