«Speriamo possa tornare con noi»
«Siamo come Sandra e Raimondo: ci facciamo le battutine, ci prendiamo in giro, ci divertiamo!». Spiega così il suo legame con Bewar la sua ex (ma speriamo per poco) datrice di lavoro. Stefania Giannini gestisce un salone di parrucchiera a due passi dalla stazione di Bellinzona, ormai da 28 anni. È anche maestra di tirocinio, perita d’esame e ha visto passare 11 apprendisti. Maquel ragazzoche le si èpresentatoall’improvvisoottoanni fa l’ha colpita inunmodo tutto suo.
Come è nato tutto?
«Cercavo un apprendista e per una volta volevoprovare conunragazzo. È arrivato qui con la sua gentilezza, e i suoi occhimi hanno subito conquistato. Mi sono detta: proviamo».
La lingua non è stata un ostacolo?
« All’inizio faceva fatica a capire alcune cose, certo. Poi è una persona orgogliosa, per cui magari ti diceva di aver capito cosa gli avevi chiesto, ma poi si sbagliava. Però l’abbiamo risolta subito, volenteroso com’è. Ormai coi clienti fa perfino qualche battuta in dialetto».
Come ha preso il resto dello staff l’arrivo di Omar?
« All’inizio, da unico maschio in mezzo alle donne, si è dovuto un po’ adeguare... Lo ammette anche lui che per la sua cultura era una cosa strana. Ma si è adattato e si è fatto voler bene da tutti, è uno di famiglia. Anche perché è sempre disponibile: oltre al lavoro coi clienti ti aiuta a ridipingere, riparare luci, carrelli… Infatti ormai da anni è lui che gestisce il personale e la cassa, quando io sono in ferie o in trasferta. So chemi possofidare al 100%».
Come avete vissuto le sue vicende d’asilo?
« All’inizio speravamo in un’eccezione, senza dovere mediatizzare la questione. Cercavamo di incoraggiarlo a prenderla alla giornata, fiduciose nel futuro. La buttavamo sul ridere: chiedevamo alle clienti di sposarselo. Poi abbiamo visto che eravamoagli sgoccioli, e abbiamodeciso di sensibilizzare l’opinione pubblica ».
La vostra petizione ha raccolto quasi 5’000 firme. In quanto tempo?
«Due settimane scarse. Sfruttando i social e setacciando clienti, case anziani, palestre, commerci. E poi ciha aiutato il passaparola ».
Ora Bewar non può lavorare...
«Infatti abbiamo messo un ‘ salvadanaio’ in salone, per raccogliere fondi che gli permettano di andare avanti. È incredibile la generosità di tutti i clienti: pensi che stamattina uno ha lasciato giù cento franchi. Intanto Bewar viene sempre a trovarci. Speriamo possa tornare presto anche a lavorare!».