La montagna che cambia le persone e ilmito della Patrouille des Glaciers
Nel corso della seconda guerra mondiale due capitani della BrigataMontagna 10, Roger Bonvin e Rodolphe Tissières, organizzarono una gara sciistica a squadre che doveva servire per verificare le doti fisiche e di resistenza dei soldati dell’esercito svizzero. La prima edizione si tenne nell’aprile 1943: 63 chilometri, da Zermatt a Verbier; 4000 metri di dislivello. Diciotto le pattuglie in gara, di tre militi ciascuna. Da allora La Patrouille des Glaciers – nonostante le alterne fortune e una lunga sospensione, a partire dal 1949, causata dalla morte di tre partecipanti inghiottiti da un crepaccio – è diventata un classico delle competizioni alpine. In (quasi) concomitanza con l’edizione 2018, mercoledì 18 aprile alle 23.15 su LA 2, Cine Tell celebra la Patrouille con la prima TV di “In cordata”, documentario di Frédéric Favre che segue per un anno la preparazione di tre diversi gruppi a questa gara che per molti rappresenta in qualche modo una svolta dell’esistenza. Le ragioni sportive e quelle interiori che spingono ad affrontare la fatica degli allenamenti, e quella psicologica della condivisione in gruppo dell’esperienza, tratteggiate con delicatezza sullo sfondo, risultano determinanti per capire come un anno di allenamenti, nel contesto più ampio delle relazioni familiari, possa cambiare una persona.
Protagonista assoluta del documentario è però la montagna: le salite notturne con le pelli di foca, le discese sugli sci nei boschi o sui pendii aperti, con il sole o dentro una bufera di neve. La montagna brulla, verdissima o innevata, le riprese mozzafiato delle albe sulle cime: ogni cosa ritrova un suo posto, sembra volerci dire il documentario, sulla montagna e dentro quella prova epica che è la