laRegione - Ticino 7

L’equilibrio del terrore

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Il migliore antidoto alla paura da guerra termonucle­are globale è tuttora, a più di 50 anni di distanza, la black comedy Il dottor Stranamore girata da Stanley Kubrick nel 1964. Feroce satira del cosiddetto «equilibrio del terrore», il film rimane memorabile anche per la triplice interpreta­zione di Peter Sellers nei ruolidiuna­ltoufficia­ledell’aviazione americana, del presidente degli Stati Uniti e del dottor Stranamore: l’inquietant­e scienziato affetto da «sindrome della mano aliena». Basato sul romanzo Red Alert di PeterGeorg­e, inizialmen­teKubrick pensava di ricavarne un filmdramma­tico ma, non appena cominciò a lavorare alla sceneggiat­ura, fu colpito dagli aspetti involontar­iamente umoristici che caratteriz­zavano la strategia militare della «mutua distruzion­e» ( Mutually Assured Destructio­n, MAD): a quel punto, invece di continuare a eluderli, ne fece la chiave di lettura del soggetto. L’affascinan­te genesi del film è raccontata nel documentar­io Inside the making of Dr. Strangelov­e: 45 minuti di «retroscena» pubblicati dalla Columbia TriStar Home Entertainm­ent nel 2000.

Bunker accoglient­i

La normativa sull’obbligo di dotarsi di rifugi è stata modificata nel corso del tempo ma mai abrogata. L’ultimo tentativo risale al 2005, quando l’allora consiglier­e nazionale Pierre Kohler presentò una mozione per abolire quelle che definì «reliquie d’altri tempi», che gravano in misura significat­iva sul prezzo di costruzion­e delle case. Dopo un’attenta disamina dell’argomentaz­ione, il governo ha però deciso che i bunker sono ancora parte integrante della strategia difensiva svizzera e come tali devono rimanere. Negli ultimi anni si è però assistito a una parziale riconversi­one di alcuni di questi spazi, per esempio in alberghi (come il Felsenhote­l La Claustra ad Airolo). musei, caseifici e aziende-serra per la coltivazio­ne dei funghi. Con l’arrivo di molti migranti richiedent­i asilo politico alcuni bunker sono stati anche utilizzati, non senza sollevare polemiche, come centri d’accoglienz­a.

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