Dal prato al piatto. Quando i fiori entrano in cucina
Ipiù famosi e utilizzati in cucina sono i deliziosi fiori di zucca, certo, ma la tendenza oggi è di usare anche primule, violette, denti di leone e tanti altri fiori. E non si tratta solo della solita moda passeggera: l’uso dei fiori a tavola è conosciuto sin dall’antichità e a ogni latitudine.
Se questi doni della primavera rallegrano prati, giardini e balconi, ancora di più possono deliziare e apportare preziose sostanze nutritive al nostro organismo. I fiori, infatti, si distinguono per il notevole contenuto di provitamina A e in alcuni casi anche della vitamina C; inoltre contengono glucosio, fibre, sali minerali, oli essenziali e antiossidanti.
A proposito di questi ultimi, uno studio dell’Università di Pisa del 2017 ha provato che alcune specie di fiori commestibili ( la viola, per esempio) contengono più sostanze antiossidanti dei comuni ortaggi a foglia, come riportato anche in un contributo apparso sul portale dell’omonimo periodico di RaffaeleMorelli riza.it.
Quali scegliere (e quali no)
Nel nostro cantone abbiamo la fortuna di avere ancora ampie zone verdi (soprattutto nel Sopraceneri), campi dove i fiori più comuni non mancano in queste settimane. È buona abitudine in tutti i casi evitare di raccogliere quelli vicini a strade e vie di comunicazione trafficate, o nei pressi di aree industriali e grossi cantieri. I fiori si trovanopoianche inbancarelleopresso alcuni grandi distributori: in questo caso assicurarsi sempre che la loro provenienza sia di agricoltura biologica certificata. In generale è bene scegliere quelli più colorati, in particolare con colorazione rossa o blu, che hanno un alto contenuto di antociani, sostanze che gli studi confermano come determinanti per l’attività antiossidante. I fiori commestibili sono davvero tantissimi, ma prima di usare un particolare fiore in cucina è bene informarsi: per esempio, oleandro, azalea, vischio sono da evitare assolutamente. Attenzione, inoltre, in caso di allergie ai pollini: prima di un loro eventuale uti- lizzo e consumo meglio consultare un allergologo. L’uso è altresì sconsigliato alle donne in gravidanza. Pratici in cucina, il bello è coglierli direttamente dai prati e usarli crudi in piatti salati o dolci. I fiori non andrebbero lavati, ma, per scrupolo, meglio immergerli in una bacinella d’acqua e lasciarveli qualche minuto; poi avvolgeteli delicatamente in un panno.
Idee e abbinamenti
È possibile abbinare i fiori comuni commestibiliunpo’ a tutto: daprovare il cuscus con foglie di tarassacoementa; per chi non disdegna le proteine, una frittata agli asparagi sormontata da pancetta fatta saltare in padella, ricopertadi fiori di rosmarinoe lavanda. O ancora della lavanda per insaporire torte e gelati; fette d’arancia ricoperte di violette selvatiche (magari proprio quelle viola scuro, profumatissime) o una vellutata di carota e zucca abbellita sempre con violette. Un’insalata di patate con aglio orsino e fiori di rosmarino (magari senza usare la maionese, che ne coprirebbe il gusto) oppure formaggini freschi arrotolati nell’ellera (operazione semplicissima e dall’effetto raffinato). Tempo di grigliate? Perché non allietare gli amici con un’insalata verde colorata da primule e pratoline... Basta sbizzarirvi – ma sempre con i fiori di cui siete sicuri siadella commestibilità, siadellaprovenienza– e i vostri piatti saranno non solo belli, ma soprattutto sani.