Emigrazione ticinese in Australia. Con la casa nel cuore
Dalla metà dell’Ottocento anche il continente australiano ha assistito all’arrivo di molte famiglie provenienti dal nostro cantone. Una presenza ancora oggi molto viva, fatta di memorie e ricordi tramandati.
In Australia, per sapere da dove si proviene, spesso ci si sente chiedere «where is home for you?», ovvero dov’è casa per te? Un’espressione ben diversa dal più comune «dove abiti?»; infatti, la propria casa può essere intesa inmaniera più profonda, ovvero comeunluogo chenonper forza coincide con lemura domestiche.
Una storia di partenze
Nel progetto fotografico avviato negli Stati Uniti nel 2013 ( si veda flavialeuenberger.ch, ndr) ho incontrato diverse persone che, pur non essendo nate in Ticino, hanno sviluppato un forte legame con la Svizzera italiana grazie ai racconti dei loro genitori e dei loro nonni. Queste persone hanno quindi maturato una nostalgia per una «casa» di cui hanno spesso solo sentito parlare. In occasione di questo viaggio in Australia, prima di partire ho contattato Claude Rossi (emigrato 40 anni fa da Giubiasco) per chiedergli alcune informazioni riguardo alla comunità ticinese che verso la metà del 1850 iniziò a stabilirsi nelle zone a nord-ovest di Melbourne, nello specifico Daylesford e Hepburn Springs. Il 4 e 5 gennaio scorso, visitando queste due cittadine, ho potuto vedere come l’influenza ticinese sia ancora presente: «Hotel Bellinzona», «Locarno Springs», «Lucini’s Macaroni Factory », «Lavandula Swiss Italian farm», «Swiss Italian Festa» sono alcuni dei riferimenti che si possono leggere per le strade, mentre una breve visita al cimitero mi ha permesso di trovare cognomi quali Crippa, Sartori, Perini, Pedretti, Guscetti, Vanzetta e Tinetti.
Radici profonde
Aquilino Tinetti di Biasca emigrò in Australia nel 1860 e diede il via alla fabbricazione di mazze da cricket. Og-
gi suo nipote Ian, 70 anni, gestisce con la moglie il «Cricket Willow » a Sheperds Flat, portando avanti, oltre alla passione per questo sport e al processo di fabbricazione delle mazze, anche la storia dell’emigrazione ticinese in Australia.
In una grande cascina sul retro del centro sportivo, Ian ci ha mostrato con orgoglio una collezione di documenti, poster, prospetti, fotografie che riguardano il Ticino; diceva di essere di fretta a causa di un evento sportivo imminente, ma per un paio di ore i suoi occhi non hanno smesso di brillare raccontando, in un inglese dal fantastico accento australiano, aneddoti di una «casa» tanto lontana da lui. Un cantone lontano ma così vivo e vicino al suo cuore.