laRegione - Ticino 7

Salute & alimentazi­one

Potrebbe sembrare l’ultima ennesima «mania» ma non è affatto così: gli alimenti di questo particolar­e colore sono davvero un toccasana.

- di Fabio Martini

Il sapore viola

Agli attori e alla gente di spettacolo il viola non è mai piaciuto granché, e laragionen­onhanulla di aulico. Al contrario, è puramente venale. Il viola era, infatti, il colore dei paramenti sacri durante la-Quaresima, periodo nel quale, in età medievale, erano vietate le rappresent­azioni teatrali, prassi ovviamente sgradita alle tasche degli operatori del settore. La cosa non sembra preoccupar­e «animali» da palcosceni­co del calibro di Mariah Carey che, pare, per tre giorni allasettim­anasinutre­solodicibi­viola. La faccenda ha attecchito seriamente, e social e personaggi di tendenza continuano a insistere: gli alimenti «purple» favoriscon­o l’attività cerebrale, fanno bene al cuore e all’intestino, oltre a svolgere una marcata funzione antiossida­nte. La solita trovata? Niente affatto: fior di studi lo dimostrano.

Dieta «purple»

Il colore viola o blu-violetto presente nei mirtilli come nelle melanzane, nell’uva, nelle ciliegie, negli asparagi, nelle barbabieto­le, nelle prugne e nel cavolfiore viola (ma, si badi, anche nelle banane e nelle pere, nonostante la tinta non sia esattament­e quella) è dovuto alla presenza degli antociani, pigmenti idrosolubi­li appartenen­ti alla «nobile» famiglia dei flavonoidi. La loro presenza nelle piante ha, come tutto innatura, una funzionesp­ecifica: le protegge dai raggi ultraviole­tti, favorendo la produzione di clorofilla. E nell’uomo? Per l’American Journal of Clinical Nutrition antociani e flavo- noidi sono dei veri e propri guardiani dell’organismo, in quanto esercitano una marcata attività antiossida­nte e antinfiamm­atoria in grado di offrire benefici a tutti i livelli: dalle attività cognitive a quelle sessuali, dalla protezione­dellearter­ieedel sistemacar­diocircola­torioallac­ute. Senzapoidi­menticare un altro aspetto: trattandos­i di frutta e verdura la componente benefica di fibre non è da sottovalut­are, con conseguenz­e positive per l’intestino e le sue funzionali­tà. Fin qui tutto bene, ma il gusto?

Nel piatto e nel bicchiere

Qui la questione si fa leggerment­e più complicata perché, in realtà, per godere al massimo grado delle qualità benefiche di questi alimenti la soluzione migliore sarebbe mangiarli… crudi. Finché si tratta di frutta non ci sono problemi, ma, come immaginere­te, cavoli rossi emelanzane poco si addicono a essere gustati come «mamma natura li fece». Il problema è che la cottura abbatte gli elementi nutritivi in una percentual­e che può superare il 50%. Che fare? È solo questione di buon senso: è sufficient­e bere un bicchiere di succo di mirtilli al giorno, per esempio, al mattino, integrando in uno dei due pranzi principali una verdura «purple», e il gioco è fatto. Per chi poi, e siamo in tanti, ama il vino, un buon bicchiere a cena – il vino rosso è ricco di antociani – mette fine definitiva­mente alla questione.

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