Tutto a scuola
Vista l’imminenza del «grande appuntamento» avremmo potuto titolare queste poche righe con un bel Tutti a scuola! Ma forse vale la pena dedicare qualche riflessione al ben poco invidiabile fardello e ai sempremaggiori ruoli che istituzioni e docenti oggi devono assumersi. Per esempio: il ragazzo presenta seri problemi a relazionarsi e ha scarse interazioni coi compagni? Se la scuola è un luogo anche di aggregazione, che il problema venga affrontato in classe! Lo studente mostra atteggiamenti violenti e poco rispettosi degli altri bimbi? Non capiamo, a casa è così buono e tranquillo: forse è un problema che nasce nell’istituto... Nella mensa mangia solo pasta in bianco, pane e odia la verdura? Che in classe si parli anche di alimentazione, gusti e sapori: non siamomica dei nutrizionisti, noi genitori!
Il bimbo è pigro, i giochi in palestra non lo interessano, la corsa non fa per lui? Sicuramente il docente di educazione fisica non lo stimola sufficientemente.
Ha 10 anni ma non è ancora in grado di leggere e comprendere un breve testo dedicato alla vita della mucca? Ma sa, noi in famiglia non ci interessiamomolto al settore primario...
Se anche i vostri figli manifestano alcuni di questi disagi, genitori non preoccupatevi: per circa otto mesi l’anno i ragazzi passeranno le giornate con docenti pronti a educarli, a formarli e a farne cittadini esemplari e liberi pensatori. Magari pure dei piccoli geni.
E dove la scuola non arriverà, penserà la provvidenza, su dai.