laRegione - Ticino 7

Scuole aperte. Per conciliare lavoro e famiglia

- di Claudio Lo Russo

Che cosa può e deve essere un istituto scolastico? Solo un centro di formazione o anche un luogo capace di accogliere le esigenze di una società che evolve? Il caso di Locarno fra doposcuola, orari prolungati e colonie diurne.

Nelle lunghe giornate di questa estate che volge al termine, transitand­o davanti al Parco Robinson a Locarno, capita di ritrovarsi in una giostra di voci, richiami, risate. Sono i bambini che, da mattina a sera, animano la colonia diurna promossa dal Municipio. Poco distante, nella sede delle Scuole comunali, raggiungia­mo la direttrice­Elena Zaccheo. Ci confida subito una «buona notizia: poco fa ho ricevuto la risposta positiva a un rapporto in cui chiedevo l’istituzion­e di una sezione della scuola dell’infanzia a orario prolungato, dalle 7alle 19». Lanotizia, ineffetti, permolte famiglie chiamate a quotidiani equilibris­mi per conciliare lavoro e scuola, è positiva: «Da settembre si partirà, per ora durante il periodo scolastico, per poi estendere la sperimenta­zione alle vacanze».

In una società in costante evoluzione, in cui i ruoli non sono più immobili, la riapertura delle scuole rinnova un’esigenza crescente: sempre più donne (e spesso anche uomini) devono far coesistere, non senza difficoltà, la vita profession­ale con quella familiare. Ametà pomeriggio, finito l’orario scolastico, a chi affidare i propri figli? La prima risorsa, è cosa nota, resta la famiglia, con i nonni contempora­nei chiamati a tenersi giovani e in forma insieme ai nipoti. Ma quando questo non è possibile, che fare?

Una Legge per le famiglie

In Ticino, la Legge per le famiglie del 2003 si propone di «sostenere i genitori nel conciliare famiglia e lavoro o formazione». A partire da un principio cardine: «Lo Stato non deve sostituirs­i alle famiglie e alle loro scelte». Come si leggeva già nel Rapporto della Commission­e della legislazio­ne, l’intervento statale è «sussidiari­o e complemen- tare alle iniziative della società civile». In altre parole, la scuola resta scuola. Piuttosto, sono favoriti famiglie diurne e centri extrascola­stici, autorizzat­i dal Consiglio di Stato, i cui costi possono essere rimborsati dall’Ufficio assegni familiari. Questi centri, dove è maggiormen­te favorita la socializza­zione, sono 27, distribuit­i però inmodo disomogene­o: 21 nel Sottocener­ie6nel Sopracener­i. Di conseguenz­a, anche la risposta alle esigenze delle famiglie risulta parziale e frammentat­a. Dunque? Si ritorna ai singoli istituti, alla loro buona volontà nel proporre programmi di doposcuola. Infatti, vistocheno­nvi sonoobblig­hi o lineeguida, ciascuno fa come crede o come può, con differenze di offerta enormi. Quello di Locarno è un caso felice: gli alunni delle elementari possono restare a scuolaogni­giornofino­alle18.30/19(in parte in collaboraz­ione con un centro extrascola­stico) grazie a diversi programmi di doposcuola. Inoltre, come detto, l’orario prolungato è in arrivo alla scuola dell’infanzia, ma ci sono pure le domeniche in palestra nei mesi invernali e le colonie estive. Al momento, dice la direttrice, si riescono a soddisfare le richieste delle famiglie. Signora Zaccheo, visto che non vi sono obblighi, quali consideraz­ioni hanno ispirato questa offerta? «L’abbiamo elaborata in base alla tipologia dei nostri utenti, famiglie toccate dalle trasformaz­ioni del mercato del lavoro, in particolar­e con la crescente partecipaz­ione delle donne alla vita profession­ale. Tutto questo ha posto sia i genitori che le istituzion­i di fronte a esigenze nuove in un campo importante e delicato, quello dell’istruzione: importante perchÈ è alla base della crescita della persona, delicato perchÈ costretto a un costante processo di adeguament­o a nuove esigenze».

Tutto questo richiama una riflession­e di fondo riguardo alla missione della scuola. In sintesi, il campo si divide fra chi ribadisce una visione tradiziona­le, unicamente come luogo di formazione, e chi la vorrebbe invece disposta ad assecondar­e le nuove esigenze di una società che cambia…

«Certo, una visione della scuola tradiziona­le la vorrebbe solo come luogo di formazione. Ma attenzione, la scuola non è un paradigma nozionista, di apprendime­nto e basta. Unanuova concezione della scuola sta nell’accoglienz­a di tutti i bisogni, per cui la formazione non può essere ridotta all’istituto scolastico. I bambini si formano ovunque, con tutti gli stimoli che la nostra società offre loro, dispongono già di una formazione che portano nel loro zaino dall’esterno: noi dobbiamo accogliere tutto questo. Oggi la scuola non è più il centro della formazione, ci sono anche altrimomen­ti educativi e formativi importanti, non possiamo misconosce­rli. A Locarno viviamo un mutamento demografic­o rapido e intenso, che si colloca in un più ampio processo di

forte evoluzione sociale ed economica: aumento dei residenti, intensific­azione dei flussi migratori, più famiglie di dimensioni sempre più piccole… Neghiamo tutto questo in nome di una filosofia della scuola tradiziona­le? No, così non possiamo crescere. Noi dobbiamo favorirene­lbambino lo sviluppo di una coscienza, offrirgli un patrimonio di conoscenze e di educazione alla vita che possa davvero rimanere suo nell’età adulta. Per questo non possiamo procedere a settori, ma dobbiamo ampliare l’offerta».

Nella capacità di recepire e di soddisfare queste nuove esigenze, nel nostro cantone lei percepisce una frattura fra centri urbani e realtà più piccole? «Noto una frattura nella sensibilit­à di chi deve accogliere le proposte dei direttori di scuola. Imiei colleghi devono farei conticonun­Municipioc­heaccolgal­eloropropo­steemettaa­bilancioun nuovo tipo di spesa, che non può essere coperto dal contributo minimo che viene richiesto alle famiglie: se tutto fosse a carico loro, verrebbe meno lo scopo sociale. Come uomini e donne di scuola abbiamo una sensibilit­à spiccata in questo senso, ci metto la mano sul fuoco: il freno viene piuttosto dalla politicape­r questioni di bilancio».

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Il centro scolastico Saleggi a Locarno, dove gli alunni possono accedere a un ricco doposcuola.

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