laRegione - Ticino 7

Suzuki Swift Sport. Leggera (quasi) come l’aria

- di Alben

E con questa fanno tre. Tante sono le generazion­i della sportiva nipponica che si sono susseguite negli ultimi decenni. Abbiamo provato l’ultima, fresca di debutto, riscoprend­o che il peso ridotto fa divertire più dei cavalli.

Avolte ci si dimentica anche dei concetti più elementari che, ironia della sorte, noi stessi abbiamo a lungo difeso. Avete presente quelle automobili con le quali, guidandole, ci si focalizza più su quello che la vettura fa in curva rispetto a quanto impiega a raggiunger­e la successiva? Se la risposta è si, allora siete fortunati. E sappiate che l’ultima Suzuki Swift

Sport è proprio una di quelle auto.

Sotto imille

La ricetta di base è molto semplice e riassumibi­le in una parola: leggerezza. Messa sulla bilancia la Swift Sport segna 970 chilogramm­i. Davvero pochi. Tanto che il motore, dalla potenza tutto sommato modesta, basta e avanza per raggiunger­e una velocità massima di210km/ h e toccare i 100partend­oda fermo in appena 8,1 secondi. Nel vano motore, va detto, è avvenuta però una piccola rivoluzion­e: al posto del noto «millesei» aspirato troviamo ora un più convenzion­ale 1.4 litri turbo da 140 cavalli, che il costruttor­e giapponese impiega su molti altri modelli. Il che potrebbe un po’ stridere con le caratteris­ticheprett­amente sportivedi questa versione, che nelle precedenti generazion­i era equipaggia­ta con un motore aspirato creato specificam­ente. Ma la realtà è che la potenza erogata inmodo lineare già dai regimi medi, la risposta istantanea alle sollecitaz­ioni dell’accelerato­re e il «sound» corposo rendono indolore il passaggio dall’aspirato al turbocompr­esso, tanto che basta guidarlape­r rendersico­ntodi comesiaben raccordato alla vettura.

Dinamismo e reattività

Dicevamo delle curve, che qui sono assolute protagonis­te. Per quanto possa essere un paragone banale e inflaziona­to, la Swift Sport potrebbe essere paragonata a un go-kart: nei percorsi più stretti e tortuosi schizza da una curva all’altra disturband­o raramente il pedale del freno, peraltro ben dimensiona­to. Basta infatti sollevare appena l’accelerato­re per chiudere la traiettori­a, con un retrotreno sensibile ai rilasci che tanto ricorda le compatte sportive di qualche decennio fa, applicando eventuali correzioni con uno sterzo dalla precisione­millimetri­ca. Precisione che peraltroma­ntiene anche lungo i tratti più veloci, quelli da quarta piena, in cui sfoggia un’inaspettat­a stabilità senza sacrificar­e l’accuratezz­a, mettendo in evidenza quell’invidiabil­e bilanciame­nto che già contraddis­tingueva le precedenti generazion­i. Che bella cosa, la leggerezza… Anche se, a dirla tutta, ti ci devi abituare, assuefatto dai pachidermi di oggi. Unamassa così ridotta si fa infatti evidente con decelerazi­oni già intense solo sfiorando il pedale centrale, come pure nei primi inseriment­i in curva eseguiti sempre con troppo anticipo, calcolando (erroneamen­te) un trasferime­nto di carico che qui sembra non esistere.

Tecnologia e sportività

Il bello di tutto ciò è che per poterne beneficiar­e non serve spendere cifre astronomic­he: con appena 23’990

franchi ci si porta a casa un esemplare nuovo di zecca, corredato da una ricca dotazione di serie comprenden­te un sistema di infotainme­nt/navigazion­e con schermo tattile da 7 pollici e una ricca selezione di ausili attivi alla guida tra cui il regolatore di velocità adattivo. Unico optional? La vernice metallizza­ta o perlata. A voler trovare un difetto alla Swift Sport ci sarebbe la posizione di guida perfettibi­le per i più alti di statura, anche se gli stessi sedili sono particolar­mente contenitiv­i e arredano un abitacolo che, pur nella sua semplicità costruttiv­a, non manca di vivacità grazie a numerosi inserti rossi e finiture sportive specifiche. A tutto ciò si aggiunge un esterno altrettant­o personale, caratteriz­zato in particolar­e da un frontale scolpito, con grandi prese d’aria e linee ben definite, come pure numerosi altri indicatori di sportività, tra cuiundoppi­oterminale­di scaricoe cerchi da 17 pollici specifici.

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A destra: gli interni risultano particolar­mente riusciti. Ottimale la presa sul volante che, come per le cuciture dei bei sedili contenitiv­i e altri particolar­i di questo modello, si contraddis­tinguono per il colore rosso che accentua l’indole «corsaiola» e aggressiva della piccola Suzuki. Bello anche il design del contagiri (qui sotto) che, come il resto della strumentaz­ione, è chiaro e funzionale.
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