laRegione - Ticino 7

CON PAROLE SUE

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La prima volta mi trovarono per caso come un’imbecille

«La seconda volta non fu un caso. Era proprio me che volevano, per questo da giorni si erano appostati nelle vicinanze di casa mia e della casa della mia famiglia. Io non c'ero, nÈ in un posto nÈ nell'altro. Avevo preso l'abitudine di dormire in luoghi diversi, da amici che apparentem­ente sembravano meno sospetti.

(…) La seconda e ultima volta vennero di brutto. Non vedendo movimenti nella mia, fecero irruzione in quella di mio fratello, che più che una casa sembrava un giardino d'infanzia, tanto piena era dei suoi bambini. A notte inoltrata, come sempre, quando tutti riposavano. Arrivarono in macchine senza targa, senza uniformi o segni d'identifica­zione e tanto meno credenzial­i. Incappucci­ati e armati fino ai denti, fecero irruzione (…)».

In Ticino

«Quando ho visto che non avrei dovuto cambiare perennemen­te di alloggio. Quando mi sono resa conto che i miei vicini non chiudevano mai a chiave la porta di casa. Quando ho cominciato a fare lo stesso. Quando ho disfatto una parte della valigia. Quando ho disfatto il resto. Quando ho scoperto che in tutti i bar c'erano dei giornali per i clienti. Quando, dunque, potevo bermi il caffè mentre leggevo e nel contempo imparare la lingua. Quando ho provato il cioccolato, il formaggio, ma soprattutt­o i funghi. Quando rovistavo tra la roba vecchia che una volta al mese la gente lasciava sulle strade. Quando ho visto gli alberi di città pieni di fiori che nessuno coglieva. Quando ho smesso di avere paura della polizia. Quando mi sono tuffata per la prima volta in un fiume, inconsapev­ole della temperatur­a dell'acqua, e lo scossone mi ha fulminato il respiro. Quando ho scoperto l'odore del bosco. E alla fine, quando ho comperato il primo libro. E alla fine, quando ho comperato il primo libro, io ho saputo che stavo rimanendo».

(dal libro Tracce, Edizioni Ulivo, 2015).

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