laRegione - Ticino 7

Berlino. Utopie urbane

La continua metamorfos­i della capitale tedesca rimescola alto e basso, est e ovest, passato e futuro

- di Roberto Mucchiut

Il modo migliore per conoscere una città è prendersi il tempo e avere il coraggio di perdersi. A Berlino è facile, sia per le dimensioni che per la frammentaz­ione e diversità sociale e architetto­nica dei suoi quartieri – frutto dell’aggregazio­ne di 7 città e 59 comuni rurali nel 1920 – e dalla tormentata storia del Novecento caratteriz­zata da continue distruzion­i e ricostruzi­oni.

Oltre il Mitte

Esiste un centro teorico, la mitica Alexanderp­latz con la vicina torre della television­e – Fernsehtur­m, inaugurata nel 1969 nell’allora DDR– visibile in grande parte della città. Il quartiere del Mitte raggruppa in effetti una quantità tale di punti di interessi (monumenti, musei, luoghi iconici della storia) che una normale visita di qualche giorno si limita a questa area centrale. Un’infrastrut­tura di trasporti pubblicimo­lto efficiente permette di raggiunger­e ra- pidamente tutti i quartieri attorno al Mitte e qui iniziano le sorprese. Ogni quartiere è una città nella città, spesso con una propria architettu­ra caratteris­tica e con una propria composizio­ne sociale ed etnica. Può capitare allora di passare dai viali alberati, le boutique colorate, i ristoranti­ni vegani e una quantità impression­ante di mamme e bambini di Prenzlauer­Bergaunavi­adi Neukölln che potrebbe essere confusa con Ankara.

Kreuzberg è sempre molto interessan­te per la varietà di etnie e la composizio­ne sociale anche se non è più ilmitico centro della controcult­ura berlinese degli anni Ottanta. I punk dell’epoca ora lottano contro il processo di gentrifica­zione, che trasforma i quartieri popolari in quartieri di lusso scacciando gli abitanti storici. Visitare lo stesso giorno Schöneberg, a ovest, con i suoi larghi viali, le piazze e un’architettu­ra in gran parte precedente alla guerra e Friedrichs­hain, a est, centro della cul-

tura alternativ­a e della vita notturna, permette di rendersi conto di quanto Berlino possa, a distanza di pochi chilometri, essere molto diversa. La città è un enorme cantiere in costante evoluzione, le migrazioni di interi gruppi sociali in nuovi quartieri e il continuo afflusso dall’esterno di nuovi migranti dall’Europa e dal resto delmondo contribuis­cono a creare un’atmosfera unica, uncontinuo­flussodi rinnovamen­to.

Lo spirito della città

Berlinoèse­mprestatau­nlaborator­iodi utopie e oggi rappresent­a un polo di attrazione per giovani da tutta l’Europa. La sensibilit­à, la tolleranza e la grande apertura verso il mondo favoriscon­o il lavoro di creativi ed artisti che trovano terrenofer­tileper la ricerca e lo sviluppo di nuove forme di utopie delle quali la città si nutre. La cultura a Berlino è un bene strategico e l’amministra­zione comunale favorisce lo sviluppo sia delle istituzion­i che della scena indipenden­te. Lo dimostrano progetti come la riqualific­a dell’Haus der Statistik, enorme costruzion­e vicino ad Alexanderp­latz che ospitava gli uffici statistici della DDR e la Stasi, che diventerà un centro culturale ed artistico con appartamen­ti a prezzi accessibil­i per i rifugiati; oppure l’aeroporto di Tegel, che quando verrà chiuso (sostituito dal nuovo scalo di Berlino Brandeburg­o), diventerà un enorme centro destinato alla musica techno, considerat­a bene culturale della città .

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 ??  ?? Sopra: l’Umlaufkana­l a Tiergarten. Sotto: l’Anhalter Bahnhof a Kreuzberg e il cinema Babylon nel Mitte. Nella pagina di sinistra: il Bierpinsel a Steglitz (1972–’76) degli architetti Ralf Schüler e Ursulina Schüler-Witte.
Sopra: l’Umlaufkana­l a Tiergarten. Sotto: l’Anhalter Bahnhof a Kreuzberg e il cinema Babylon nel Mitte. Nella pagina di sinistra: il Bierpinsel a Steglitz (1972–’76) degli architetti Ralf Schüler e Ursulina Schüler-Witte.
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