laRegione - Ticino 7

E chi se ne frega...

- di Giancarlo Fornasier

L’alpigiano di Bedretto ne ha piene le scatole: ogni tardo pomeriggio, quando le sue 30 brune risalgono dalle sponde del Ticino tra All’Acqua e Cioss Prato, e si avvicinano alla fontana in legno, fanno la gimcana tra fazzoletti di carta e «ricordi umani». Chi passa dalla strada che scende dalla Novena, infatti, non trova dimeglio che fermarsi al posteggio e «scaricare» quanto fin lì tenuto in serbo. E pensare che di fronte c’è un noto punto di ristoro a conduzione familiare: basterebbe gentilment­e chiedere o consumare qualcosa per evitare di farla in ogni dove. E assieme ai loro padroni anche i fedeli amici a 4 zampe si esercitano, ben sapendo (i loro padroni) che non c’è di peggio per un animale al pascolo di venire a contatto con «quella roba». Perché facciamo altrove ciò che non faremmo nel giardino di casa nostra? Timore innato di chiedere? Paura di spendere denaro? Ola solita endemica ignoranza e mancanza di educazione? Sì, perché al di là delle repentine esigenze corporali, ci sono poi cartacce, bottiglie e lattine gettate a terra, senza dimenticar­e chi, senza la minima cognizione di causa, ancora oggi malgrado le possibili sanzioni si fuma la sua Lucky e ne getta a terra ilmozzicon­e, sperando che quel colpetto di suola finale lo seppelisca alla vista del mondo. Avviene in montagna come in centro città, davanti ai bar o nelle panchine dei parchi pubblici, nelle colonne di veicoli fermi e nei cantieri. Tanto chi se ne frega. E, diciamocel­o, lo fa «lo straniero» ma lo fa anche chi nei nostri villaggi o città abita e/o lavora. Masì, alla fine siamo tutti turisti, è che sovente ce ne dimentichi­amo. Mistero o stupidità?

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