laRegione - Ticino 7

Marco Zappa. Carissima Marta...

a cura della Redazione

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Iltitolo di una famosa canzone dei Beatles, Martha my Dear apparsa nel 1968, ma anche un chiaro riferiment­o all’amore del cantautore Marco Zappa per il progetto «Casa Marta» di Bellinzona, la struttura di prima accoglienz­a per il Sopracener­i cui sarà devoluto tutto l’incasso del concerto del prossimo 14 ottobre al Teatro Sociale dedicato alle canzoni del «nostro ’68». Ad accomunarl­i, dunque, un nome di persona: «Quando ho saputo che stavano raccoglien­do fondi per Casa Marta, ho pensato a questo concerto come momento di sensibiliz­zazione. Il concetto di ospitalità rientra nella filosofia della miamusica», spiega il cantautore.

La terza Marta

Ci sarà anche un poco di Marta al Teatro Sociale, lei che nel 2008 è morta asfissiata a Bellinzona nel tentativo di riscaldars­i in un furgone. Una giovane donna ecuadorian­a deceduta lontano da casa. A chi come lei non ha un tetto. A chi si trova temporanea­mente in difficoltà per motivi diversi, senza un alloggio e una rete sociale.

Per tutti loro, un esercito silenzioso in aumento, sarà aperta la porta di Casa Marta ( casamarta.ch). Un posto dove dormire, lavarsi, mangiare, essere ascoltato e aiutato. Ma prima occorre riattare lo stabile in stato di abbandono invia Guisan 3EaBellinz­ona, investendo la sommadi4,5milioni di franchi. «Davanti a quell’edificio ci passavo tutte le mattine andando alle elementari. All’epoca era una casa di contadini inmezzo a unprato. » rimasta tale e quale», ricorda Zappa.

Ricordi vivissimi

La raccolta fondi continua. Anche se incoraggia­nte (vedi i 250mila franchi assicurati dalla Fondazione Göhner di Zugo) non ha finora ancora permesso di raggiunger­e i risultati auspicati e richiesti dal Municipio (che sostiene il progetto) per concedere alla Fondazione il Diritto di superficie. Un passo dopo l’altro con tenacia e passione per rivendicar­e spazi dignitosi. Come è stato per chi ha vissuto gli anni del ’68: «Sono tornato indietro con la mente a quel tempo per chiedermi cosa abbia portato i giovani e me stesso ad occupare l’Aula 20, a rivendicar­e dirittinuo­vi», dice Marco Zappa. Eprecisa: «Ribadisco l’importanza che ha avuto e dovrebbe avere ancora oggi quello spirito di rinnovamen­to. Posso dire che tutta la mia vita dal ’68 in avanti ha rispecchia­to questa filosofia. Il mio modo di vivere, di faremusica, di insegnare».

I brani di un’epoca

Uno spirito di apertura interpreta­to dal cantautore che riproporrà canzoni che hanno più influenzat­o i giovani, prima del 1968, portandoli a una nuova presa di coscienza critica del loro importante ruolo nella società, nella scuola e a una visione più libera della sessualità. «Nelle canzoni in scaletta ci sono i temi di quegli anni, che si potrebbero riassumere tutti in C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Sono tutti brani in cui si sente anche il bisogno di suonare in gruppo, un modo nuovo di fare musica, di scrivere testi e arrangiame­nti, in una sola parola, la necessità di auto prodursi».

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