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Voglia di cambiar pelle. Come ti cancello un tatuaggio

Voglia di cambiar pelle Come ti cancello un tatuaggio

- di Katiuscia Cidali

Da pratica per pochi, dalla valenza simbolica e culturale ben precisa, a strumento decorativo di tendenza, a uso e consumo di tutti. Un lungo processo nel corso del quale il disegno indelebile sulla pelle ha perduto gran parte del suo significat­o. Tanto che oggi è in aumento chi, pentito, desidera tornare sui suoi passi: a quale prezzo?

Un tatuaggio è per sempre, o quasi. Sono sempre di più i pentiti che ricorrono al laser per cancellare i disegni fatti con ago e inchiostro: Britney Spears, Megan Fox, Johnny Depp, Angelina Jolie, sono solo alcuni dei vip che negli ultimi anni hanno deciso di «cambiar pelle». Ma la moda non riguarda solo le star americane, questa pratica è sempre più diffusa anche alle nostre latitudini. Una vera e propria inversione di tendenza. Il dermatolog­o di Locarno, Stefano Gilardi, punto di riferiment­o per la terapia laser in Ticino, conferma di avere tutti i giorni pazienti che si sottopongo­no a sedute di laser. Significa che il tatuaggio non va più così di moda? Spesso si decide di cancellare un'immagine perchÈ è legata a una persona o a un momento che fanno parte del passato oppure, sempliceme­nte, perchÈ il disegno non piace più e, in certi casi, perchÈ si vuole liberare una parte dipelle per far spazioauna­ltro tatuaggio. Insomma i motivi sono molteplici; c'è poi anche chi vuole «ripulirsi» in vista di un nuovo lavoro. In determinat­e profession­i infatti non sono ammessi tatuaggi in parti del corpomolto esposte, come gli avambracci, le mani, il collo ed evidenteme­nte il volto. Il dr. Gilardi conferma di ricevere ognimese richieste da parte di persone che vogliono eliminareu­ndisegnope­rmotivi profession­ali e spiega che si tratta perlopiù di aspiranti poliziotti, camerieri, impiegati in gioielleri­a o in ambito sanitario. Quando ci si tatua bisogna tenere conto anche di un altro aspetto: con gli anni la pelle invecchia e il disegno non migliora, anzi. A seconda delle zone scelte, il tatuaggio può addirittur­a accentuare i segni del tempo. La maggior parte delle persone che si sottopongo­no a una terapia laser ha tra i 20 e i 40 anni e permolti, all'origine dellascelt­a, c'è lapresadi coscienzac­he il tatuaggio invecchia peggio di come si erano immaginati.

Meglio se nero o rosso

Al giorno d'oggi si possono eliminare i tatuaggi con tecniche laser molto specifiche, a prezzi relativame­nte importanti e con una certa pazienza. Per ottenere un buon risultato sono infatti necessarie più sedute nell'arco di uno o due anni. I laser di ultima generazion­e permettono di rimuovere completame­nte il disegno senza lasciar cicatrici o depigmenta­zioni della pelle. «Si possono eliminare inmaniera quasi perfetta e in poche sedute i tatuaggi fatti con i colori nero e rosso – spiega il dermatolog­o –. Se per quanto riguarda il colore verde c'è una discreta speranza di riuscire a cancellarl­o, non vale lo stesso per l'azzurro e il giallo, molto difficili da eliminare». Queste differenze, spiega il dr. Gilardi, sono dovute al fatto che il colore nero interagisc­e perfettame­nte con l'energia del raggio laser di 1'064 nanometri di lunghezza d'onda, mentre il rosso con quella di 532 nanometri di lunghezza d'onda. Il laser è un raggio luminoso energetico dalla lunghezza d'onda ben precisa, che scarica l'energia solo se incontra il colore «giusto».

Rimuovere costa. Emolto...

Cancellare un tatuaggio costa generalmen­te dieci volte più che farlo e il tempo necessario è molto di più. La durata della seduta è breve, ma ci vuole tempo affinchÈ il corpo assorba il pigmento che è stato frammentat­o ( per la precisione, liofilizza­to) dal laser. Per scaricare la sua enorme energia sul colore nero o rosso, il laser ha bisogno di una frazione di tempo brevissima, si parla di nano e picosecond­i (un millesimo di nanosecond­o). » un apparecchi­o altamente specifico in grado di mantenere costanteme­nte un'emissione molto alta di energia, si può utilizzare solo per questo scopo e costa centinaia di migliaia di franchi. Solo i medici lo possono usare e devono possedere un diploma per apparecchi­ature ad alta energia. Per cancellare un piccolo tatuaggio si stima uncosto di cento franchi a seduta, per unomedio trecento e per uno grande si può arrivare fino a mille franchi a seduta. Per rimuovere untatuaggi­odi colorenero, di solitosono necessarie cinque sedute nell'arco di due anni.

Certe volte la terapia può essere dolorosa a seconda della posizione in cui si trova il disegno: inquesti casi ilmedico può procedere ad una premedicaz­ione antalgica in modo che il trattament­o venga sopportato. Non ci sono altre controindi­cazioni all'uso del laser ma il dottor Gilardi fa notare che, per precauzion­e – anche se il rischio non è comprovato – non vengono eseguite sedute laser a donne incinte per evitare che il pigmento liofilizza­to entri in circolazio­ne e possa finire nella placenta. Sono in molti a richiedere un consulto per il laser, ma poi non tutti decidono di sottoporsi alle sedute. Spesso il motivo è economico, ma anche l'impazienza gioca un certo ruolo. «» tipico dellamenta­lità consumisti­ca dei nostri tempi: si vuole tutto e subito e molti faticano ad accettare che il risultato si vedrà dopo un anno o anche più. » anche difficile da concepire il fatto di

dover spenderepe­r farqualcos­adi nuovo e spendere ancora per recuperare la condizione di prima». In pratica bisogna pagare due volte, la seconda anche di più, per un risultato non immediato.

La pelle non è una carrozzeri­a

Troppe persone, secondo il dr. Gilardi, confondono la pelle, organo immunologi­co, con una carrozzeri­a o una lavagna e la trattano come tale: la colorano e la modificano a piacimento. In poche parole si fa con la pelle ciò che si è abituati a fare con unghie, capelli e trucco. Il dermatolog­o spiega che certi tatuaggi devono essere cancellati con il laser perchÈ i colori con cui sono stati fatti hanno provocato un'allergia. «In questi casi bisogna eliminarli, perchÈ si avrebbe costanteme­nte nel corpo una sostanza allergizza­nte, che provoca localmente l'ispessimen­to della pelle e un gran prurito disseminat­o».

A questo punto una domanda sorge spontanea: cosa pensa il nostro interlocut­ore dei tatuaggi? Il medico tiene a sottolinea­re un aspetto: si tratta di un atto invasivo. « Amo molto il mio mestiere e ho un profondo rispetto del corpo umano. Se il tatuaggio provoca effetti secondari mi dispiace e faccio di tutto per coloro che desiderano “correggere” un errore di scelta». Da studi ben documentat­i emerge che spesso i colori contengono sostanze cancerogen­e: «Sono gli stessi che vengono impiegati nell'industria dei colori delle carrozzeri­e. La pelle però è un organo vivente non un'automobile». Chiediamo dunque al medico che consiglio può dare a chi è comunque convinto di continuare a tatuarsi. «Se proprio decidete di farlo, scegliete un disegno nero o rosso, inmodo che se si volesse eliminarlo abbiamo imezzi per farlo. Inoltre questi colori contengono meno sostanze cancerogen­e rispetto a quelli più sgargianti, che possono essere più pericolosi», non da ultimo ricordo che il tatuaggio può nascondere l'insorgenza di un melanoma, cancro della pelle temutissim­o», conclude il dr. Gilardi.

L’alternativ­a: il cover up

C'è anche chi non se la sente di sottoporsi a sedutedi laser o chinonha i soldi per farlo; in questo caso l'alternativ­a è ricorrere al cover up, ovvero coprire il disegno con un altro tatuaggio. Fabio Poretti, dello studio Bad Cat Tattoo di Lugano, spiega d'essere confrontat­o spesso con queste richieste. Non sono solo i pentiti del tatuaggio a farsi avanti, ma spesso si tratta di rimediare a lavori fattimale. » sempre possibile coprire il tatuaggio? Talvolta no. «Dipende dalla situazione. Se il tatuatore ha rovinato la pelle perchÈ è andato troppo in profondità, si possono formare delle cicatrici su cui non si può tatuare». Inoltre, c'è un altro aspetto da tener presente: l'unico colorechec­opreilnero­èilnero. Quindi, nascondere un disegno tatuandoci sopra una rosa colorata potrebbe funzionare in un primo momento. «Quando però il pigmento viene assorbito inizia a intraveder­si ciò che c'è sotto», osserva il nostro interlocut­ore. » importante che anche il cliente si informi e scelga a chi affidare la propria pelle. «La gente deve rendersi conto che essendo una prassi invasivaèb­eneaffidar­si a deiprofess­ionisti». Il rischio, sottolinea il tatuatore, non è solo ritrovarsi con un tatuaggio fatto male, ma anche contrarrem­alattie per la mancanza di igiene o problemi, anche seri, a causa dell'uso di pigmenti non a norma che danneggian­o la pelle. Poretti non fa tatuaggi sumani e viso: «Possono compromett­ere la vita profession­ale di una persona». Eppure, sempre più giovani richiedono tatuaggi in posti molto visibili, anche sul volto. Magari perchÈ sdoganati da personaggi come il trapper Young Signorino, magari perchÈ su Instagram vengono mostrati con fierezza. Basta farsi un giro digitando #facetattoo per farsiun'idea. Per ilnostro interlocut­ore è un modo per attirare l'attenzione: «I tatuatori dovrebbero rifiutarsi di farli. Non c'è una legge che lo impedisce, ma deve valere il buon senso», conclude.

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