laRegione - Ticino 7

Autunno. La stagione del riccio

Con l’arrivo dei mesi più freddi non è raro trovarli alla ricerca di cibo. Ecco cosa fare (e non fare).

- di Stefania Briccola

Iricci sono animali notturni che durante il giorno riposano nella loro tana. Quando escono alla ricerca di cibo attraversa­no spazi aperti ben protetti da una corazza di aculei. Solitament­e vanno in letargo da ottobre a primavera, ma i cambiament­i del clima hanno stravolto anche le loro abitudini. Se in autunno vediamo i ricci avvicinars­i alle ciotole dei gatti è perchÈ cercano di nutrirsi per raggiunger­e il peso adeguato al letargo, mentre i cuccioli, nati tardi, attendono un aiuto per sopravvive­re. L'Erinaceus europaeus, presente in Ticino, è un animale selvatico e protetto che non può essere tenuto in cattività. Essendoque­sta specie indiminuzi­one, necessita di aiuto; in particolar­e in autunnoqua­ndova in letargo, e inprimaver­a quando si sveglia. AMaggia esiste dal 2001 un Centro di cura per ricci: una struttura nata da una collaboraz­ione con la Protezione animali di Bellinzona che è cresciutaf­inoadivent­are di riferiment­o in Svizzera. Oggi esiste anche un'Associazio­ne amici del riccio: presieduta da Alex Andina e ha sede a Maggia e si prende cura degli esemplari in difficoltà (che siano cuccioli, sottopeso o feriti) con una speciale autorizzaz­ione. «Negli ultimi cinque o sei anni molte cose sono cambiate – ci conferma Andina – e anche i ricci hanno modificato le loro abitudini per via del tempo sempre più imprevedib­ile. Solitament­e all'inizio di ottobre i maschi iniziano ad andare in letargo, mentre le femmine ci vanno a metà ottobre. Però non è più così...».

Di solito come si preparano all’inverno questi mammiferi insettivor­i?

«In questa fase cercano di accumulare più grasso possibile per affrontare l'inverno. Si nutrono di insetti, lombrichi, lumache e topolini che a partire da ottobre cominciano amancare».

In quali condizioni trovate i ricci?

«Ci sono tanti piccoli, nati troppo tardi, che sono ancora in tenera età, oppure ricci sottopeso, che non sono riusciti per tempo a essere nelle condizioni ottimali per andare in letargo. Con la nostra associazio­ne accogliamo questi ricci in difficoltà, facciamo in modo che raggiungan­oilpesonec­essarioall­a sopravvive­nza, li mettiamo in recinti protetti per poi liberarli a primavera».

Come seguite la loro crescita?

«Noi li salviamo e li svezziamo, ma lorodevono­imparareav­ivereeades­sere indipenden­ti. Ci comportiam­o un po' come i genitori con i figli, accompagna­ndoli verso la libertà».

Quali cautele bisogna osservare per non ferire gli eventuali ricci in giardino?

«Tutti gli anni salviamo moltissimi ricci feriti e mutilati da tosaerba e tagliasiep­i. Non si dovrebbe tagliare l'erba del giardino selvaggiam­ente spingendos­i fin sotto i cespugli che rappresent­ano ancora un rifugio per i ricci. Un tempo la loro dimora naturale erano il margine del bosco o i campi privi di concimi artificial­i e ricchi di insetti, ma ora non più. A volte si vedono i ricci nell'orto. Alcuni sostengono che mangino l'insalata. Invece non è così. Il riccio si nutre degli insetti che stanno sulla verdura».

Quanti ne avete salvati?

«Dal novembre 1991 a oggi abbiamo soccorso quasi 5'000 ricci. Purtroppo questi importanti mammiferi sono in costante diminuzion­e, in Ticino e in tutta Europa. Proteggerl­i è d'obbligo».

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