Autunno. La stagione del riccio
Con l’arrivo dei mesi più freddi non è raro trovarli alla ricerca di cibo. Ecco cosa fare (e non fare).
Iricci sono animali notturni che durante il giorno riposano nella loro tana. Quando escono alla ricerca di cibo attraversano spazi aperti ben protetti da una corazza di aculei. Solitamente vanno in letargo da ottobre a primavera, ma i cambiamenti del clima hanno stravolto anche le loro abitudini. Se in autunno vediamo i ricci avvicinarsi alle ciotole dei gatti è perchÈ cercano di nutrirsi per raggiungere il peso adeguato al letargo, mentre i cuccioli, nati tardi, attendono un aiuto per sopravvivere. L'Erinaceus europaeus, presente in Ticino, è un animale selvatico e protetto che non può essere tenuto in cattività. Essendoquesta specie indiminuzione, necessita di aiuto; in particolare in autunnoquandova in letargo, e inprimavera quando si sveglia. AMaggia esiste dal 2001 un Centro di cura per ricci: una struttura nata da una collaborazione con la Protezione animali di Bellinzona che è cresciutafinoadiventare di riferimento in Svizzera. Oggi esiste anche un'Associazione amici del riccio: presieduta da Alex Andina e ha sede a Maggia e si prende cura degli esemplari in difficoltà (che siano cuccioli, sottopeso o feriti) con una speciale autorizzazione. «Negli ultimi cinque o sei anni molte cose sono cambiate – ci conferma Andina – e anche i ricci hanno modificato le loro abitudini per via del tempo sempre più imprevedibile. Solitamente all'inizio di ottobre i maschi iniziano ad andare in letargo, mentre le femmine ci vanno a metà ottobre. Però non è più così...».
Di solito come si preparano all’inverno questi mammiferi insettivori?
«In questa fase cercano di accumulare più grasso possibile per affrontare l'inverno. Si nutrono di insetti, lombrichi, lumache e topolini che a partire da ottobre cominciano amancare».
In quali condizioni trovate i ricci?
«Ci sono tanti piccoli, nati troppo tardi, che sono ancora in tenera età, oppure ricci sottopeso, che non sono riusciti per tempo a essere nelle condizioni ottimali per andare in letargo. Con la nostra associazione accogliamo questi ricci in difficoltà, facciamo in modo che raggiunganoilpesonecessarioalla sopravvivenza, li mettiamo in recinti protetti per poi liberarli a primavera».
Come seguite la loro crescita?
«Noi li salviamo e li svezziamo, ma lorodevonoimparareavivereeadessere indipendenti. Ci comportiamo un po' come i genitori con i figli, accompagnandoli verso la libertà».
Quali cautele bisogna osservare per non ferire gli eventuali ricci in giardino?
«Tutti gli anni salviamo moltissimi ricci feriti e mutilati da tosaerba e tagliasiepi. Non si dovrebbe tagliare l'erba del giardino selvaggiamente spingendosi fin sotto i cespugli che rappresentano ancora un rifugio per i ricci. Un tempo la loro dimora naturale erano il margine del bosco o i campi privi di concimi artificiali e ricchi di insetti, ma ora non più. A volte si vedono i ricci nell'orto. Alcuni sostengono che mangino l'insalata. Invece non è così. Il riccio si nutre degli insetti che stanno sulla verdura».
Quanti ne avete salvati?
«Dal novembre 1991 a oggi abbiamo soccorso quasi 5'000 ricci. Purtroppo questi importanti mammiferi sono in costante diminuzione, in Ticino e in tutta Europa. Proteggerli è d'obbligo».