Joe Cocker. Mad Dog with Soul
Joe Cocker Mad Dog with Soul
UN TRIBUTO
Il documentario, da poco inserito nel catalogo di Netflix, sulla vita turbolenta del cantante soul e blues segue il classico schema, con interviste agli amici d'infanzia, ai compagni di lunga data, famigliari, produttori e ammiratori. Impreziosito dalle parole stesse di Joe Cocker, ricostruite dal regista John Edginton con un grande lavoro sugli archivi, è un meraviglioso tributo a un cantante che sul palco lasciava tutto sÈ stesso.
«CONSUMATO» DALLA MUSICA
Il successo diWoodstock portò gli impresari a fissare un estenuante tour negli Stati Uniti. Per l'occasione venne formata una super band, Mad Dogs & Englishmen, con 36 persone tra musicisti ed entourage. Nei primi anni Settanta i demoni interiori di Joe Cocker, zittiti a colpi di brandy e «brown sugar» (l'eroina), quasi lo uccisero, ma la passione per la musica ha continuato a portarlo sui palchi di tutto il mondo, per innumerevoli serate, fino a pochi mesi dalla sua morte nel 2014.
AIR GUITAR WOODSTOCK, LA SVOLTA
L'ex installatore di gas di Sheffield venne catapultato nel mondo delle star internazionali nel 1969 aWoodstock, quando aprì la terza giornata con la sua leggendaria performance della canzone dei Beatles, «With a Little Help from My Friends». La sua versione l'anno prima era rimasta per 13 settimane la numero uno nella UK Singles Chart. Un trionfo incredibile, anticipato sempre nel 1968 dal successo del singolo Marjorine scritto dal tastierista Chris Stainton. I movimenti convulsi di Joe Cocker di fronte al microfono sono diventati ben presto il suo marchio di fabbrica. Durante gli assoli di chitarra della sua band, riusciva a rubare la scena persino all'istrionico Leon Russell, ricreando la musica con le proprie mani.
Nel documentario Ben Fong-Torres, storico giornalista della rivista Rolling Stone, dichiara: «Joe suonava la Air Guitar prima ancora che una cosa del genere esistesse…».