laRegione - Ticino 7

Feste da morire

- di Laura

Per qualcuno è il soggiorno di casa, rivestito di pop corn nel giro di mezz'ora, per altri è il portafogli, svuotato per il piacere di vedere i bambini divertirsi e il soggiorno di casa risparmiat­o. Chi hafigli inetà scolare che compiono gli anni d'inverno può comprender­e e condivider­e il cruccio di organizzar­e una festa per bambini in quei giorni deliranti che precedono il Natale.

Per quanto ci riguarda abbiamo mandato gli inviti con un preavviso di circa un mese e mezzo, per poi procedere a un «reminder» sulle madri degli invitati due settimane prima e, infine, gentilment­e minacciare le madri amiche a presentars­i aquesta festa che ci costerà un occhio della testa e che abbiamo deciso di chiamare brunch perchÈ nessuno ci guardi male quando metteremo un prosecco sul tavolo del buffet prima delle ore 13. Nel frattempo, dal giorno degli inviti al giorno effettivo dei festeggiam­enti, abbiamo assistito a numerose «feste degli altri», ovviamente conl'occhio clinico del condannato che vede gli altri salire sulla forca. Abbiamo visto soggiorni pieni di mobili del Settecento presi d'assalto da bambini sotto i 7 anni, bambini intrattenu­ti da attori-scienziati, versioni «hard core» dell'immortale truccabimb­i. All'ultima festa ero tra i pochi genitori rimasti ad assistere alle performanc­e degli attori-scienziati. » stato sul finire, quando alcuni genitori stavano già procedendo al ritiro dei figli e noialtre ci avventavam­o sulle pizzette avanzate, che sono iniziate le urla. Non sembrava un litigio qualsiasi, la bambina urlava tantissimo e la babysitter inglese non sapeva come uscirne. «Sì mamma, quella bambina urla sempre, anche in classe. E c'è sempre un'insegnante speciale con lei». L'ho abbracciat­a e consolata dicendole che anche io avrei voluto urlare. Urlare perchÈ nonc'erailprose­cconel buffeteper­chÈ queste feste mettono a dura prova anche imiei nervi. Ci siamo abbracciat­e e siamo rimasteper unbelpo' sulpianero­ttolo ad aspettare che quella rabbia passasse, che gli altri bimbi andassero via, a raccontarc­i senza parlare quanto ci sentissimo sole e incomprese. Tornando a casa ho spiegato alle bimbe che mi ero sbagliata: non sempre si urla permaleduc­azione. Qualche volta si urla per paura. E perchÈ qualcuno ci regali un abbraccio.

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