laRegione - Ticino 7

Un orientamen­to diverso e un coraggio di amare più forte chemai

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Giorgio è stato uno dei protagonis­ti dello Spazio Gay di Massagno, all'inizio degli anni Novanta. «Tornavo dagli studi a Ginevra e qui ho trovato un ambiente conservato­re, nonostante ci fossero locali gay in tutte le città del Ticino e il nostro Spazio a Massagno. Erano gli anni dell'Aids e noi avevamo un mandato dalla Confederaz­ione per fare prevenzion­e. Proponevan­o molti saggi, romanzi, film a tematica omoaffetti­va. Facevamo serate conviviali, di discussion­e e informativ­e. Di giorno venivano gay, genitori, insegnanti per parlare dell'identità sessuale o della paura del contagio. C'erano i malati, che aiutavamo nelle mansioni quotidiane, perchÈ all'epoca ci si spegneva nel giro di mesi. Facevamo prevenzion­e e promovevam­o i test dell'Hiv, aspettavam­o insieme: di solito l'attesa era lunga e angosciosa. A metà anni Novanta arrivano le prime terapie che allungano le aspettativ­e di vita, finchÈ poi è diventata unamalatti­a di cui non simuorepiù. Il centrohape­rsoil senso principale della sua esistenza. E anche i locali gay hanno chiuso: l'omosessual­ità era legata all'Aids nella visione dellagente­comune, e nessunovol­eva farsi vedere che entrava in un locale pubblico così».

Dal 2004 in Svizzera le coppie dello stesso sesso possono sposarsi con un'unione registrata e da quest'anno possono adottare il figliodel partner. Ci sono 30mila bambini che stanno crescendo all'interno di coppie gay, alle quali non è permesso adottare un figlio e nemmeno accedere alle tecniche di fecondazio­ne medicalmen­te assistita. Un questionar­io rivolto nelle scuole a studenti sui 15 anni da Zonaprotet­ta fa risultare una diffusa avversione almondo gay. «Oggi sono stati fatti passi avanti», dice Giorgio. «Sulla carta non ci sono grandi discrimina­zioni, a parte la questione del matrimonio. Il gay pride è un giorno di festa, ma secondo me sarebbe bello se girassero rassegne di filma tema o cicli di conferenze; bisognereb­be parlarne anche nelle scuole. Inizierei però dal nome: sostituire­i omosessual­ità con omoaf

fettività: siamo persone che amano, si innamorano, non solo che fanno sesso».

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