Bmw X5 Versatile e supertecnologica
Il nuovo SportUtility fa un salto a piè pari nel futuro. Grazie a tecnologie di ultimissima generazione e a insospettabili qualità nell’offroad, si rivela una delle vetture più eclettiche del momento, senza perdere la caratteristica principale di una vera
Vi sarà certamente capitato almeno una volta nella vita: carico come uno yak su un sentiero del Nepal, ti accorgi troppo tardi che le chiavi dellamacchina sono ancora nella tasca dei pantaloni. Spari così una raffica di imprecazioni come diligenti pallottole nella canna di una mitragliatrice e, con una smorfia, ti accingi ad appoggiare pacchi e pacchetti per terra... sull'asfalto appena bagnato dalla pioggia. E invece no. PerchÈ la Bmw X5 ti rileva, emette un breve « bip », fa lampeggiare le frecce e sblocca le serrature. « Prego » ti sembra di sentirle dire. Boom. Eccolo qui il futuro. E non è finita: volendo, la chiave la puoi lasciare a casa. Sì, perchÈ lanuovaX5si apre anche con il cellulare: basta avvicinarlo allamaniglia e, una volta a bordo, appoggiarlo nel suo alloggiamento per avviare ilmotore. Pronti, via.
Accogliente e lussuosa
Dentro e fuori, la nuova X5 è grande e invitante. Ormai supera di poco i due metri di larghezza, è un po' più lunga e alta della precedente e i sette passeggeri che può ospitare sono ancora più comodi. La visuale da dietro il volante è ampia e il panorama si apre dietro una plancia ordinata, elegante e sportiva che sembra descrivere il concetto di ergonomia; nere e lisce superfici invitano a farsi esplorare dai polpastrelli (almeno fino a quando non devi ripulire le impronte), specie il touchscreen centrale da 12,3 pollici del Bmw Live Cockpit Professional e la curiosa leva del cambio dominano l'area centrale, dove troviamo come di consueto i comandi dell'iDrive, ora però ulteriormente evoluto e ancora più intuitivo con OS 7.0. Con il cielo stellato dello Sky Lounge sopra la testa e l'illuminazione a LED dinamica, è un gran bel posto per viaggiare. Quandopensi che la tecnologia sia finita qui, scopri che la X5 può salvarti da impasse ben più problematiche delle chiavi nei pantaloni: con il Reversing Assistant può infatti «disincagliarsi» da sola da una viuzza che giudicavi abbastanza larga e che si rivela invece un pertugio da cane della prateria, registrando il percorso e ripercorrendolo
da sola fino a 50 metri in retromarcia; seti sentimale, puòraggiungeredasola la corsia d'emergenza, attivare le quattro frecce e il freno di stazionamento e chiamare i soccorsi; se ti addormenti ti prende a schiaffoni (virtualmente s'intende), maprimaancoratiavvisadiogni singola potenziale situazione di pericolo, dal cambio di corsia all'attraversamento di un incrocio. Ha telecamere ovunquecheoffronounavisualea360° e con il Parking Assistant Plus sa anche riconoscere da sola un parcheggio ed effettuare la manovra in autonomia. Apprensiva? Forse. Maalmeno ci tiene.
Insospettabile leggerezza
La sua massa abbondantemente superiore alle due tonnellate sembrerebbe non consentirle dimuoversi con agilità, mainrealtàètutto il contrario: leruote posteriori sterzanti le donano la leggiadria di una ballerina, e i geni Bmwsono evidenti nella posizione di guida per- fetta e nel carattere sportivo che invoglia adallungare la strada di casa. Il 3.0 litri TwinPower Turbo da 265 Cv della xDrive30d che abbiamo provato è poi il compromesso perfetto: la generosa coppia di 620 Nm e i consumi incredibili – 8 l/100 km– che abbiamorilevato, fra passeggio autostradale e strapazzamento su strada chiusa al traffico, sono difficili da eguagliare.
Orbene, finora avete portato i vostri sei figli a scuola, avete trainato 2'700 kg di barca, avete affrontato con classe ed eleganza il traffico di Lugano e avete lasciato che la X5 vi estraesse da quel pertugio con la magia del futuro; ma non è finita, perchÈ potete anche fare del fuoristrada abbastanza impegnato. C'è infatti tanto di pacchetto OffRoad, con regolazione dell'altezza da terra, gestione della trazione integrale e controlli elettronici tarati per sabbia, roccia, ghiaia e neve. Serve forse qualcos'altro?
Breve come un video su YouTube o la puntata di una serie: la nuova estetica del frammento ci fa transitare velocemente da un contenuto all'altro, riducendo la nostra soglia di attenzione. Eppure, quando a lavorare con i formati ridotti sono dei maestri, anche la scheggia ne esce nobilitata. Lo dimostrano i fratelli Coen con il western La ballata di Buster Scruggs, disponibile su Netflix (e in qualche sparuta sala nel mondo): un'opera divisa sì in episodi, ma coesa come i grandi racconti di frontiera, e condita dallo humour nero dei due registi. Così, fra un TomWaits avido cercatore d'oro e un encomiabile attore sostituito da una gallina, emerge il peccato originale di un Paese che ha sempre avuto un rapporto controverso con il denaro. Le fredde logiche del profitto irrompono anche tra le pagine della raccolta di Jeffrey Eugenides Una cosa sull’amore (Mondadori). Dieci racconti concepiti in 22 anni – nel caso del film dei Coen gli anni sono 25 – che danno voce a personaggi nel pieno di una crisi emotiva, ideologica o spirituale. Dettata, inesorabilmente, dall'incapacità di conciliare amore e affetti con la dimensione più prosaica dell'esistenza. Dal vecchio west all'oggi, il sogno americano scricchiola sempre nello stesso punto.