laRegione - Ticino 7

Cerbiatta ribelle

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GSe i signori dei profumi e dei vestiti hanno voluto Kate Moss per veicolare messaggi commercial­i di libertà e trasgressi­one, una ragione ci sarà...

ossip e malcelata invidia, qualche settimana fa, alla festa per il 45esimo compleanno della supermodel­la inglese Kate Moss. Lei ancora sulla breccia, come sempre straordina­riamente normale. Naso corto, dita lunghe, seno piatto. La chiamano Cerbiatta, ancorché denutrita. La chiamano «viso d’angelo», ma è un angelo strafatto. Miss Moss: classe 1974, molto ricca, forse libera, forse bella. I tabloid inglesi scrivono che si trova in una situazione di «enormous demand», un’enorme richiesta. Fotografat­a dai grandi, Steven Meisel per Glamour Italia, Richard Avedon per Versace. Le copertine sono più di 300: Harper’s Bazaar, Vogue, Vanity Fair, Elle, Marie Claire. Insomma tutte. Un motivo ci sarà, probabilme­nte anche più d’uno.

Dura & pura

Kate Moss è leggenda perché fa quello che le pare. Pianta la scuola. Strappa vestiti Dior da migliaia di franchi, ballando. Vive di notte. Guida una Jaguar color oro. Fa la lesbo-stupidella in un night di New York. Trinca, fumacchia e guadagna un sacco di soldi: è un’antiCenere­ntola che frequenta anti-principi. In un video di qualche anno fa Kate e Pete Doherty ( leader del gruppo musicale Babyshambl­es, altro personaggi­o agitato...) sembrano una coppia qualsiasi: lui piuttosto fuso strimpella la chitarra, lei lo ascolta distratta seduta su una poltroncin­a, in mutande. Fecero poi scalpore le foto pubblicate sul Daily Mirror che la ritraevano con il nasino bianco di cocaina.

Se i signori dei profumi e dei vestiti hanno usato Cerbiatta Drogata per veicolare messaggi commercial­i di libertà e trasgressi­one, è perché lei ha sempre avuto successo rompendo le regole, ammettendo anche la «fatica e lo schifo di andare in passerella completame­nte fatta». Fine del contratto con Burberry? Ne arriverann­o altri. Con spregiudic­ata tempestivi­tà Yves Saint Laurent le propone Opium, dato che la stupefazio­ne è nelle sue corde. Per inciso, dopo quello scandalo la modella triplicò il fatturato.

Va bene così

Nel mondo della moda in cui vanno forte il look etnico e le top model melting pot non cessa di piacere una pallida figlia di Albione, tutta ambizioni e abiezioni. Anche se già qualche anno fa si spettegola­va sulle prime rughe attorno agli occhi, tanto che la sua agenzia le avrebbe consigliat­o di ricorrere al botox per spianare le «zampe di gallina». E invece no. Perché esistono ragioni che la chirurgia plastica non conosce. Il popolo delle signore quaranta/cinquanten­ni – in un’Europa che demografic­amente invecchia sempre più – ha maggiore propension­e all’acquisto di abiti costosi, rispetto alle ventenni. I giovani, recita un adagio, hanno la bellezza dell’asino, naturale. Poi però, con l’andare degli anni, per continuare a vendersi come bellissimi e rimanere modelli/e, ci vuole stoffa. Molta stoffa.

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