Quando il mostro si nasconde in famiglia Violenze, abusi e altri incubi quotidiani
Si chiamavano Bastien, Inaya, Loan, Tony. Sono stati uccisi dai genitori. Come Fiona, cinque anni, picchiata e uccisa senza motivo dalla madre e dal suo nuovo compagno. Cassandra, invece, a tre anni è stata violentata dal padre e otto anni dopo dal patrigno. Con il fratello Yohann, è stata affidata ad un centro per il maltrattamento di minori.
Storie di ordinaria follia che si ripetono con sempre maggiore frequenza. In Europa, secondo la World Health Organization, i bambini maltrattati sono 55 milioni. La Francia – dove è stato girato il documentario Infanziamaltrattata, in onda a LA 2 doc lunedì 18 febbraio alle 22.10 – è confrontata con un’impennata dei casi di percosse, vessazioni psicologiche, abusi sessuali, abbandono, negligenza dei doveri educativi e delle cure. Le cifre fanno rabbrividire: oltre 98’000 casi di maltrattamenti minorili e 160’000 affidamenti all’anno, il 44% dei quali coinvolge bambini con meno di sei anni. Oltre un decesso alla settimana, nel 2018, per le violenze subìte. Neppure i neonati sono risparmiati. Le violenze vengono commesse prevalentemente in famiglia, da parte dei genitori, dei familiari più stretti o dei nuovi compagni. I dati ufficiali, spesso, non danno conto della reale entità di questa tragedia: le piccole vittime sovente tacciono, per vergogna, per paura dei genitori aguzzini, per il timore di non essere credute ma anche del giudizio della gente. Neppure la Svizzera è immune alla violenza familiare. Ma qualcosa si muove. Oggi la legge tutela meglio i minori da maltrattamenti e abusi, e in Ticino una nuova squadra della polizia cantonale, il Gruppo Minori, si occupa dei minorenni autori di reato ma anche delle vittime di abusi.
nico.tanzi@rsi.ch