Cindy Fogliani
Coltivare la libertà per un futuromigliore
guarda fisso negli occhi, con quello sguardo senza un filo di trucco che sembra riflettere il colore della montagna dietro casa sua, dominata dalla chiesa dei SS Pietro e Paolo. Siamo a Biasca, dove Cindy Fogliani è nata e dove, si narra, è ancora vivo e diffuso un certo «spirito libertario». Se volete saperne di più date un'occhiata alla trilogia Biasca Contro del regista Victor Tognola.
Di recente Cindy è stata promotrice di un progetto che ha smosso gli animi, la Scuola Aurea, una struttura libertaria che avrebbe dovuto aprire nel borgo rivierasco. «» stata un'esperienza entusiasmante, in cui ho potuto confrontarmi col tema dell'educazione e dell'istruzione in modo approfondito. Alla fine non siamo riusciti a concretizzare il progetto, che era fragile dal lato delle risorse. Ma abbiamo seminato molto, innoi stessi e attornoanoi».
Non correggerema far emergere
Libertaria: che tipo di scuola sarebbe stata? «Gli obiettivi non sono diversi daquellidella scuola pubblica: permettere al bambino di sviluppare le competenze necessarie per realizzare la propria vita, portando il suo contributo originale alla società. » l'approccio a essere diverso: non s'intende correggere, modellare o riempire, ma ascoltare, accompagnare, far emergere. Inoltre, si antepone l'importanza di mantenere vive la curiosità e la gioia d'imparare e di vivere all'impellenza di apprendere in modi e tempi già stabiliti. Bisognerebbe istruire i bambini» continua Cindy Fogliani, «rispondendo alle loro domande – quando cioè abbiamo la loro massimaattenzioneperuncertotema– e non anticipare le nozioni. Altrimenti si spegne la loro curiosità. Vorremmo una scuola che dia priorità alla responsabilità personale e non all'obbedienza
assoluta, al dialogo e non alla prevaricazione. E dove coesistano personalità diverse, mamai inadeguate. Una scuola incui dare sempre un senso a ciò che si fa… Per esempio, non dovrebbe esistere un programma didattico univoco e obbligatorio; molto meglio invece istituire un'assemblea scolastica nella quale bambini e adulti deliberino con uguali diritti riguardo alla gestione della scuola e alle sue regole. Qualcuno potrebbe affermare che non sarebbe una scuola adatta a tutti; d'altronde nemmeno la scuola pubblica lo è. Offrire una pluralità di approcci mi pare la via più feconda».
Certo, dovremmoalmeno metterci tutti d'accordo sul significato del termine libertà... «In questo senso ho un grande rammarico: attribuire l'etichetta ‘ libertario' al progetto, un termine che molti hanno associato a lotte politiche invece che a principi pedagogici. Lo stessoVictor Tognolamiha sconsigliato di usare questa parola. Anche la libertà dà adito a fraintendimenti, viene spesso confusa con licenza e permissivismo. In realtà, libertà significa essere responsabili delle proprie azioni; in un gruppo significa cercare e applicare decisioni condivise da tutti. » l'opposto della cieca obbedienza. » la via più impegnativa, quella di maggior spessore, ma anche la più appagante, quella che può condurre alla realizzazione di sÈ e del gruppo». E alla classica domanda, ‘come fare inmodo che i bambini si integrino nella società', cosa risponderebbe Cindy? «Credo che l'educazione non siamodellare esseri umaniamisura di società, ma far emergere persone capaci dimodellare una società amisura d'uomo».
Osservatorio particolare
Da 15 anni Cindy gestisce Gente Sana, periodico di benessere fisico e psichico, che spazia dalla ricerca interiore all'alimentazione al rispetto dell'uomo e dell'ambiente. Nella convinzione che «la salute rappresenti qualcosa di più dell'assenza di malattia». Come influisce questo lavoro sulla sua visione del mondo? «Sono felice di poter divulgare una filosofia di vita in cui credo. Lavorare per la rivista mi permette di conoscere sempre nuovi punti di vista e nuove ricerche». Cambiamenti che sono intervenuti anche nell'ambito della medicina alternativa... «Sempre più persone vi ricorrono e un numero crescente di esponenti dell'ambitomedico e farmaceutico integrano rimedi naturali nella loro pratica. Naturalmente, il cammino verso una medicina ‘ideale' è ancora lungo e non privo di pericoli. Secondome lamedicina ‘ideale' è quella che prende a carico tutto il paziente e non solo il sintomo; che mette a sua disposizione l'intero spettro di conoscenze mediche e terapeutiche utili per la sua guarigione. Meglio ancora, per la prevenzione dei disturbi; unamedicina che cerchi una terapia specifica per un certo paziente, proprio come dovrebbe fare una buona educazione: considerare l'essere umano nella sua globalità.