Il testamento spirituale di un maestro e la difficoltà di parlare della morte
Ci sono temi più difficili di altri da trattare, e la morte è uno dei più complessi, anche perchÈ viviamo in una società che si rifiuta ostinatamente di affrontarlo, fingendo che non esista o, quantomeno, che non abbia molto a che fare con la vita. Maaver trasformato la morte in un tabù non fa bene a nessuno, nÈ a chi muore, nÈ a chi rimane. Parlarne, al contrario, aiuta ad aver rispetto della vita, a cercare un senso profondo all'esistenza e a rafforzare i legami tra le persone.
Partendo dal timore e dalla rimozione della morte vissuti all'interno della propria famiglia, Mariano Snider, autore del documentario “Non ne abbiamo mai parlato” in onda a Storie domenica 24 febbraio (LA 1, alle 20.40), ci accompagna in un percorso fatto di ricordi e incontri con famigliari e amici (i genitori novantenni, una sorella a cui è deceduto improvvisamente il marito, un amico che ha perso buona parte della propria famiglia), allo scopo di affrontare finalmente questo tema dirompente. PerchÈ “comprendere la morte è un processo di fondamentale importanza che non può che durare tutta la vita”.
Mercoledì 27 febbraio (LA 2, alle 22.25), con il documentario “Storia probabile di un angelo”, Domenico Lucchini e Paolo Taggi rievocano per Cinetell il maestro riconosciuto del cinema latino-americano Fernando Birri. Un testamento spirituale che attraversa le sequenze più simboliche dell'esistenza e della filmografia di un instancabile profeta di un cinema e di un'utopia possibile, nella convinzione che resistere e creare siano una sola parola. Nel film il maestro dialoga con un personaggio dell'amico Garcia Marquez, un vecchio angelo dalle ali enormi, e scopre che le loro vite si sono sempre rispecchiate l'una nell'altra.