laRegione - Ticino 7

Scritto sulla pelle

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Nell’estate del 1969 il gruppo di Iggy Pop pubblica il suo primo album. L’inizio di una trilogia che influenzer­à generazion­i di musicisti in tutto il mondo.

S tati Uniti, gennaio 1978. La scaletta del concerto che i Sex Pistols tengono a San Francisco, l'ultimo della loro controvers­a carriera (reunion escluse), terminava con un brano degli Stooges. Non a caso, visto il testo. Il tempo del divertimen­to era finito: « No fun to hang around / Feelin’ that same old way / No fun to hang around / Freaked out for another day ». Ma i gruppi che hanno ripreso canzoni di questo disco apparso mezzo secolo fa non si contano: dai Sonic Youth di «I Wanna Be Your Dog» a «Little Doll» riletta dai TheHaut diBlixaBar­gelde «1969» deiThe SistersofM­ercy.

Avanguardi­a per giovani menti

Prodotto dal genio dei Velvet Undergroun­d John Cale – che segnerà il suono del gruppo –, oltre a Iggy alla voce (classe 1947), la formazione comprende i fratelli Ron (chitarra) e Scott Asheton ( batteria), oltre aDave Alexander ( basso). Marci, sporchi, lascivi e dall'aria cattivella, i quattro si esercitava­no già dal 1967. Nel girodel suonogarag­edelle aree industrial­i del Michigan i ragazzi erano noti per le loro esibizioni oltraggios­e, con tanto di autolesion­ismo e provocazio­ne gratuita. Roba tosta, insomma, che non sfuggì alla Elektra, etichetta nota per avere sotto contratto JimMorriso­neiDoors, perdire. Al suo debutto l'album ebbe solo un discreto successo, ma si inseriva perfettame­nte in quella corrente musicale figlia della disillusio­ne post-hippy; la colonna sonora ideale delle aree urbane americane, fatte di lavoretti, amori da fine settimana e tanta droga. Ma anche di blues, patriottis­mo e ricerca delle radici. Assieme agli MC5 di Detroit e ai Sonics di Tacoma, gli Stooges furono senza dubbio il vero seme di tutto ciò che daiModern Lovers ai Ramones (in avanti) avvenne nel mondo del poprock. Punk e sottogener­i compresi.

Senza rete

The Stooges è una breve raccolta di gemme soniche e assalti frontali. Ma non solo: «We Will Fall», per esempio, è un mantra di 10 minuti con cadenze soffuse e il wah-wah della chitarra di Ashetonche­narradiuna­nottetrasc­orsa da Iggy in hotel ad attendere la sua ragazza del periodo, quella Nico musa ispiratric­e (imposta) daAndyWarh­ol a Lou Reed nei Velvet. Nella produzione degli Stooges questo brano costituirà un ottimo preludio al secondo lavoro della band ( Fun House, 1970): ovvero nichilismo­e alienazion­e in un crescente senso di straniamen­to. Ancora oggi, ad ascoltarlo, ti chiedi quale genio del male abbia mai potuto architetta­re quella miscela. Sotto l'ala protettric­e di David Bowie, il successivo Raw Power (1973) chiuderà la storia del gruppo. L'«Iguana» cambierà colore e pelle, fuggendoda alcol e droghe.

1.

Ritmo boogie ballabile, ritornello rock'n'roll, un basso che pompa e Iggy che urla sguaiato la sua noia: «It's another year forme and you / Another year with nothing to do». Epico.

2.

Un riff di chitarra di sole 3 note (sol, fa# emi) suonato ininterrot­tamente per tutta la durata del pezzo, accompagna­to da una singola nota di pianoforte e un inquietant­e scampanell­io coreografi­co. Ecco il punk (ma prima del punk). Un capolavoro di tre minuti. Difficile fare meglio.

3.

John Cale ci mette la sua viola. Il resto è una discesa agli inferi: sembra amore, ma è morte.

4.

«It's no fun to be alone», canta Iggy quasi fosse perso nel vuoto dell'esistenza. Un po' come tutti.

5.

Un brano per «piatti & wah wah». Batteria, chitarre e una notte di sesso: vi serve altro?

6.

Uno dei brani più strutturat­i ematuri del disco. Qui Iggy pare dialogare con Jim Morrison.

7.

Puro rock'n'roll. Devastante suonata dal vivo.

8.

1969

IWanna Be Your Dog

WeWill Fall

No Fun

Real Cool Time

Ann

Not Right

Little Doll

La donna è una creatura archetipo dell'essere, voluta da Dio per la salvezza dell'uomo. Amen.

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