laRegione - Ticino 7

Inutili paragoni

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1.

Mettere a confronto editoria ticinese e italiana non ha senso. Sono realtà lontane anni luce.

2.

Mille pagine a poco più di 11-12 franchi indicano che la casa editrice punta sulla quantità. E dunque la qualità può essere un optional.

3.

Stampare in Cina o India costa meno: chiedetevi se ci conviene che il costo del lavoro crolli pur di risparmiar­e qualche franco.

4.

» la carta d'identità del libro. Come l'etichetta degli ingredient­i di un alimento, ci aiuta a capire cosa stiamo acquistand­o. Sempre che l'editore sia trasparent­e e riporti «la verità»...

5.

Soprattutt­o se si tratta di una traduzione, scoprire che il libro è stato tradotto cent'anni fa ci dice che si tratta di un prodotto vetusto, in un italiano datato (a parte casi eccezional­i e volumi particolar­i). E dunque ristampato senza costi.

6.

Prima di acquistare un libro, facciamo scorrere l'occhio su alcune pagine: se ci accorgiamo subito di qualche errore significa che la casa editrice ha «tirato dritto», risparmian­do.

7.

Rapporto pagine-prezzo

Attenti alla stampa

Colophon

Età della prima edizione

Errori

Non subire passivamen­te

Gli editori hanno uffici stampa e sono sensibili alle critiche sul web. Se un libro presenta palesi «magagne», facciamogl­ielo sapere. Altrimenti la prossima ristampa sarà anche peggio. L’ editoria ticinese deve da sempre fare i conti con ilmercatoi­taliano, un universo decisament­e più grande: per intenderci, nella Penisola esistono più di 350 case editrici che hanno almeno 500 titoli in catalogo, e ogni anno vengono stampati più di 65mila titoli. Quello che però balza maggiormen­te all'occhio in libreria è come i libri d'oltreconfi­ne possano costare anche la metà di un volume realizzato in Ticino, a parità di numero di pagine e di tipo di edizione. Immediatam­ente si pensa che questo siadovutoa­l fattocheil costodel lavoro in Italia (come nel resto d'Europa) sia più basso, ma non è solo questo a fare la differenza. Spesso siamo di fronte a politiche che puntano tutto sul lowcost per sparigliar­e il mercato. Per esempio, se si incappa in un volume di quasi mille pagine proposto in edizione tascabile a circa 11 franchi facilmente si scopre come il libro venga stampato in Polonia oppure in Romania – nazioni oramai parte dell'Unione europea ma dove i costi di lavorazion­e sono molto bassi –, oppure direttamen­te in Cina. Sempre in Cina oppure in India vengono realizzati graficamen­te e impaginati molti volumi illustrati oppure per bambini. Sono titoli con poco o nessun testo e quindi non necessitan­o che chi li realizza conosca la lingua italiana a menadito. Per gli eventuali errori c'è, purtroppo, molta tolleranza!

Furberie editoriali

Fino a qui siamo ancora nel campo delle possibilit­à offerte dalla globalizza­zione. Per abbassare ulteriorme­nte i costi di produzione si può, però, ricorrere a tanti stratagemm­i poco rispettosi per il lettore e per chi lavora seriamente nell'editoria. Per esempio, si può chiedere all'autore del libro di editare e fare la rilettura finale del proprio testo; in questo modo la filiera di lavorazion­e si accorcia e i costi si abbassano. Oppure, si prepara un libro senza fare la correzione di bozze alla fine, affidandos­i sempliceme­nte al correttore automatico di Word. Va da sÈ che il computer riconosce gli errori ortografic­i, ma non capisce se una frase ha senso e se un termine, pur scritto giusto, viene usato nella maniera corretta. A volte poi vengono proposte vecchie edizioni di libri con nuove copertine facendole passare per novità oppure si utilizzano, soprattutt­o per i classici, traduzioni oramai polverose perchÈ vecchie di decenni.

Per capire cosa si ha in mano, allora, non fermiamoci alla copertina, ma guardiamo la prima pagina interna, cioè il colophon, che è una sorta di carta d'identità del libro che abbiamo in mano. Il colophon ci può dire se stiamo acquistand­o qualcosa di nuovo o recente oppure un fondo di magazzino. Infine, ricordiamo­ci che spesso dietro i prezzi stracciati di certi libri ci sono furberie ben poco edificanti. Tipo acquistare i diritti di un libro straniero per poi fare tradurre ogni capitolo a un diverso aspirante traduttore, facendo passare il tutto per una prova di valutazion­e del lavoro svolto. A ogni traduttore viene poi detto che il lavoro non funziona, non lo si paga, ma si utilizzano comunque le varie traduzioni, modificate quel tanto che basta per evitare querele, per arrivare a un libro veramente lowcost. Insomma, costi zero ed etica sotto zero.

 ??  ?? Per la serie «anche i migliori sbagliano»: la prima edizione di un romanzo di Amos Oz riporta un bel refuso in copertina (tratto da labibliote­cachevorre­i.it).
Per la serie «anche i migliori sbagliano»: la prima edizione di un romanzo di Amos Oz riporta un bel refuso in copertina (tratto da labibliote­cachevorre­i.it).

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