laRegione - Ticino 7

Downton Abbey

Arriva al cinema il sequel dell’omonima serie televisiva, iniziata nel 2010 e terminata nel 2015. Un’occasione per riflettere anche sulla TV ‘di ieri’.

- di Laura

Esce in questi giorni nelle sale il film di Downton Abbey. I trailer anticipava­no grandi ritorni, baci tra protagonis­ti non identifica­bili e sullo sfondo una attesissim­a visita della regina. Al cinema ritroverem­o tutti i protagonis­ti di una serie che si è immediatam­ente imposta nella categoria sociale di pettegoli e nostalgici a cui la ficcanaso orgogliosa­mente appartiene. La storia è ambientata nella tenuta di una famiglia aristocrat­ica inglese all’indomani del naufragio del Titanic, episodio che si è giocato i sogni di una generazion­e e non solo quelli. Sulla nave viaggiava infatti il ricco promesso sposo di Lady Mary, maggiore delle tre figliedel contedi Downton, destinata a sposarsi con un buon partito in grado di mantenere i conti in rosso della tenuta. La cosa interessan­te, ciò per cui

Downton Abbey viene particolar­mente apprezzato in questa nostra epoca «di crisi», è che narra la difficile lotta per la sopravvive­nza e la capacità di rinascita di un mondo in declino. Un mondo di aristocrat­ici che devono fare i conti con meno maggiordom­i e servitù, con ragazze che indossano i pantaloni, servette che portano in cucina sbattitori elettrici, cameriere che si dimettono per cercare fortuna come imprenditr­ici dopo un’eredità inattesa.

L’emozione dell’appuntamen­to

«Life at Downton Abbey is all at second chances», dicono i trailer e le sinossi con cui siamo stati bombardati nelle settimane scorse. Ed è vero. Non c’è personaggi­o la cui vita non sia radicalmen­te cambiata nel corso delle sei stagioni della serie. Persino il più saldo baluardo del conservato­rismo aristocrat­ico, la matriarca Lady Violet, compirà dei passi inattesi.

Ma a rendere davvero irresistib­ile Downton, a farci attendere ogni puntata come si attendevan­o quelle di Beverly Hills 90210 il giovedì sera di un secolo fa, è la capacità di creare un mondo in cui buonemanie­re, perfidia e pettegolez­zi sono presenti in dosimassic­ce da automedica­zione. » una soap opera senza le lentezze tipiche e insopporta­bili del genere. » una soap opera per gente mediamente alfabetizz­ata. Forse è solo una serie TV, direte voi. Ma ricorda tanto la television­e perbene e insieme audace di una volta. E per noi ficcanaso è una goduria senza pari. Certamente il filmnon sarà all’altezza, ma ci darà senz’altro ottimo materiale per spettegola­re con le amiche.

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