laRegione - Ticino 7

Di qua e di là

- di Giancarlo Fornasier

«» l’una cosa certa, la morte», qualcuno sussurrame­ntre il corpo del povero congiunto se ne sta lì.

Steso e dormiente, preparato per essere visto e «ricordato» anche da chi nemmeno più avevamemor­ia della sua esistenza, di cosa facesse in vita, dove abitasse e quali disgrazie potessero averlo colpito negli ultimi trent’anni. Erano molti, anche troppi, che a contarli ci si perdeva già alla terza fila di banchi. Luigi c’ha provato un paio di volte a voltarsi, gettando occhiate furtive per ricucire le storie di quelle facce «già viste, ma chissà dove». Alcuni sguardi erano sin troppo familiari: ecco «a ore 10» l’eterno nemico della siepe troppo alta oggi, troppo bassa domani; tre passi più a destra l’ultimo datore di lavoro, che chiedeva e chiedeva, sapendo che il babbo non sapeva dire di no; stranament­e in prima fila la Franca, donna esuberante che gli offriva un aperitivo la domenica mattina dopo la Messa (certa com’era che il babbo non si sarebbe fermato al primo bicchierin­o). Poco dietro i visi molto invecchiat­i di un paio di colleghi di lavoro. E poi il sempre presente Gigi, per una volta senza l’amata bicicletta.

«Non fiori ma opere di bene» era stato scritto nell’annuncio funebre; Luigi avrebbe preferito evitare anche il carosello dell’ultimo saluto, ma la forma privata in famiglia era parsa un po’ troppo per un cittadino senza infamia e senza lode, che della politica non si fidava e che nella vita aveva solo lavorato e lavorato. «» giusto che le persone sappiamo che tuo padre non c’è più»: così aveva deciso la zia Roberta. E ora che tutti lo sanno sono venuti a trovarlo, damorto.

Poi ci penserà lui a «farsi vivo».

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland