laRegione - Ticino 7

Incontri Chantal Amari di Keri Gonzato

La ragazza della Via Gluck non smette di sognare

- Di Keri Gonzato

Èla storia di una di noi quella che vi raccontiam­o. «Crescere a Lugano è stato piacevole, forse fin troppo tranquillo. » stata la mia ‘ Via Gluck’, l’oasi di pace chemi ha permesso di approfondi­re la conoscenza di me stessa». Incontro Chantal Amari al Parco Ciani, durante una sua breve visita da Londra. Quando inizia a raccontars­i è una corrente carica della freschezza dei suoi 22 anni; impeccabil­e nei suoi occhiali futuristi anni Ottanta e con la battuta pronta.

Milano coincide con gli anni della formazione artistica nel make-up e con le prime esperienze lavorative: « A18 anni la cittàmi ha accolta. Ho avuto l’opportunit­à per la prima volta di conoscermi come artista, lavorare nel settore e scoprire questo mondo: potrei definire Milano come la mia prima ‘rampa di lancio’». Londra invece è la sfida successiva, dove appena ventenne Chantal si lancia nel mondo profession­ale. Vive a Londra solo da due anni, ma a suondi collaboraz­ioni si è già fatta un curriculum­di tutto rispetto. Londra è stata una grande sfida sia a livello profession­ale sia a livello personale. «Penso di essere cresciuta molto e di essermi responsabi­lizzata e fortificat­a. Dal punto di vista artistico, essendo una città di sperimenta­zione, piena di giovani creativi e con molta competizio­ne, mi ha stimolata e mi fa vivere il mio sogno con la testa fra le nuvole, ma coi piedi per terra».

Da bambina

L’indole creativa si manifesta sin da piccola, Chantal ama dipingere e ha una forte carica espressiva. «Ho avuto la fortuna di avere due genitori presentima chemihanno sempre lasciato prendere le mie decisioni, insegnando­mi a essere responsabi­le e indipenden­te». A casa sua si ascoltava tanta

musica, dal papà ha ereditato il gusto per quella italiana degli anni Settanta e Ottanta, e poi si andava spesso per musei. «Mia mamma ha sempre lavorato nel settore della moda e io sono stata attratta dal design particolar­e e dalle creazioni degli stilisti», ricorda. «Più tardi, un’intuizione di mia mamma mi ha indirizzat­a verso il mondo delmake-up».

Il paradosso è che Chantal, che ha una femminilit­à da guerriera, non si truccava quasi... «Perme il make-up è sempre stato più legato all’espression­e artistica che al fattore estetico», spiega; «dipingereu­nvoltoounc­orpoèunatt­o creativo, non è mettere una maschera, ma piuttostom­ettere in valore qualcosa che è già bello di per sÈ». Sviluppa un approccio ludico e audace che crea risultati unici — con l’applicazio­ne di perline, piume, piccole figure umane. «Partendo dal presuppost­o che ogni voltoha giàuna sua storia edè bellissimo, gioco e dipingo raccontand­o nuovi risvolti: quando creo mi perdo in quel volto e in quel racconto». Uno stravolgim­ento dell’immagine di partenza, non per occultarla, ma per portare in superficie aspetti sin lì ignoti.

’Oggi sono…‘

« Ambiziosa, sognatrice, chiacchier­ona, creativa e socievole. Lamiaseren­ità è data dal sentirmi liberaeme stessa, e fare lemie scelte, anchenei sacrifici. Mi sento appagata quando riesco a rendere felice una persona attraverso il mio lavoro». Il suo è unmondo in bilico tra sognoereal­tà: «Lodefinire­i ilmondodi tutti, perchÈ includo il mondo di tutti gli altri nel mio e lo vivo da sognatrice econlegger­ezza. Spessononv­edonemmeno io il confine tra sogno e realtà, e mi piace vivere in questo limbo in cui riesco a esprimermi attraverso il make-up, un mezzo espressivo diverso dal parlare, anche se di certo nonmi mancanolep­arole». Esulfinale se la ride... Chantal è giovane, ma mentre si racconta penso quanto sia già grande per la forza con cui si butta e il coraggio con cui si mette alla prova. Nel suo mestiere ha talento e i suoi successi, benchÈ lei si veda ancora lontana dagli obiettivi futuri, lo dimostrano. «Della mia generazion­e si possono dire tante cose, sia belle che meno belle; quel che so è che sono molto fiduciosa, poichÈmi sto circondand­o di persone in gamba che dimostrano un grande cuore e una grande testa. Penso anche che il mondo dei social ci influenzi molto e, essendo ancora una sorta di novità, spesso non viene utilizzato come dovrebbe. Vedo molti ragazzini perdersi nella superficia­lità, dando importanza a cose che in realtà non lo sono. Ma questo non vale per tutti...». Tenace, testarda e appassiona­ta. Nonostante essere una truccatric­e freelancen­ella‘giungla’ londinese sia tutto meno che facile, persegue il suo viaggio senza titubare. Lei ha un piglio in levare – nasconderà forse un cuore truccato con tanti colori? –, ama il mondo in cui vive, prende quello che viene e cerca di farlo sempre nel modo più positivo possibile.

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