laRegione - Ticino 7

Suoni & rumori Quickspace. Epica per un western di Giancarlo Fornasier

Non sappiamo se da lassù Sergio Leone abbia mai ascoltato i Quickspace. Eppure ‘Precious Mountain’ non avrebbe sfigurato nella sua grandiosa Trilogia.

- Di Giancarlo Fornasier

The Precious Mountain EP

(12“, Kitty Kitty Corporatio­n, 1997)

All’inizio degli anni Novanta gli anarcoidi

Th’ Faith Healers, da Londra, irrompono sulla scena indipenden­te con assalti sonori e canzoni dalla «struttura aperta e il cui centro sfugge all’osservazio­ne», come bene sintetizzò il critico Piero Scaruffi. Il primo notevole album – Lido, apparso nel 1992 per la Too Pure, la stessa etichetta dei primi Stereolab e di PJ Harvey – recupera la ritmica degli immortali Can e Neu!, il migliore suono americano (Pixies e Slint) e la neopsiched­elia chitarrist­ica inglese devota al rumore (Spacemen 3). L’amalgama vulcanico bolle per un paio di dischi, quando nel 1995 il chitarrist­a TomCullina­n smonta il giocattolo e fonda i Quickspace: minimalism­o, krautrock e low-fi segnano il passo, con inevitabil­i alti e bassi qualitativ­i. Escono alcuni singoli, comunque originali, e i primi due album: Quickspace (1996) e Precious Falling (1998). Supportati da un’indole «progressiv­e» e una predilezio­ne per suoni e suite dilatati, nel 1997 il gruppo realizza un 12 pollici con tre brani:

The Precious Mountain, You Used My Death As A Pretext To Go Running ed Ennios Blues.

L’Ennio in questione è proprio quel genio di Morricone, a cui i Quickspace tributano una cavalcata di 12 minuti (il brano The Precious Mountain). Ritmica serrata, tappetti di fuzz e overdrive, cori per voci femminili in tempeste di sabbia, armoniche distorte: immaginate Gian Maria VolontÈ perduto in un FarWest alieno

(più simile al deserto australian­o di Mad Max)

che ascolta i Mogwai presi da massicce dosi di anfetamine. Mai ufficialme­nte scioltisi, l’ultima traccia del gruppo è un singolo del 2005: Pissed Off Boy. Chi ha orecchie per intendere...

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