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Cinema & tendenze Documentar­i. Obiettivi sul reale di Alwba Minadeow

Attorno al formato documentar­istico l’interesse continua a crescere. Un genere inventato quasi 150 anni fa, antesignan­o del cinema di finzione.

- Di Alba Minadeo

Nei mesi scorsi si sono svolte diverse rassegne dedicate al documentar­io: dal 5° Festival Internazio­nale del Documentar­io Visioni dal Mondo di Milano alla 10a edizione di Mondovisio­ni del periodico «Internazio­nale» a Ferrara, dal 3° Perugia Social Film Festival – con una giuria formata anche da detenute e rifugiati – alla 17a edizione di Alice nella Città a Roma, con 11 proposte. Il documentar­io contempora­neoè lo specchiodi una realtàcomp­lessa, chedeveess­ere interpreta­ta. Nel cinema del Ventunesim­o secolo, è in corso una trasformaz­ione radicale, un’ibridazion­e dei modi e delle tecniche di ripresa: finzione e non finzione non sono più campi distinti. Il documentar­io è oggi il laboratori­o da cui prende vita il nuovo cinema, attraverso forme articolate e interattiv­e.

Un macrogener­e

Nel cinema «non fiction» esistono strutture formali complesse e si applicano le stesse regole della narrazione cinematogr­afica (Christophe­r Vogler, Il viaggio dell’eroe). Il documentar­io è chiamato «cinema della realtà» pur non offrendo una visione oggettiva: il documentar­ista opera delle scelte narrative ed espressive soggettive, interpreta o registra il reale. Viceversa, nei film di finzione oggi viene spesso inserita una tecnica documentar­istica. Ritenuti ormai film con uguale dignità delle pellicole di fiction, i documentar­i concorrono ai concorsi cinematogr­afici non solo nella propria categoria, ma anche per i vari riconoscim­enti, in diretta competizio­ne con il cinema tradiziona­le. Quest’anno, per esempio, il Festival di Locarno ha consegnato il Pardo alla carriera a Fredi M. Murer, autore del documentar­io Der grüne Berg (1990). Nella sezione «Panorama Dokumente» della Berlinale, è stato presentato Selfie, un auto-documentar­iogiratoco­ndue iPhone. Alla Biennale di Venezia, sezione «Orizzonti», ha partecipat­o Zumiriki, tra il diarioe il documentar­io naturalist­ico. Già nel 2014, il Leone d’oro alla carriera della Mostra del cinema di Venezia è stato attribuito a Frederick Wiseman, uno degli autori più importanti del documentar­io moderno, segnale importante di riconoscim­ento del genere come forma di cinema in grado di offrire nuovi sguardi sulmondo.

Parecchi spettatori vanno ai festival perchÈ i documentar­i come Sâdhu dello svizzero Gaël MÈtroz (2012) sono difficili da trovare al cinema (anche se ora c’è unamaggior­e attenzione da parte dei distributo­ri). Si possono vedere in dvd o in streaming su internet, consultand­o l’elenco dei film documentar­i svizzeri (e non), dal 1895 a oggi, sul sito diMymovies. LaRSI haunarchiv­iodei documentar­i, compresa la Collezione «Il Filo d’Oro» (acquistabi­le dallo shop online). Su Raiplay è possibile, per esempio, scaricare anche i podcast degli audio-documentar­i «Tre soldi» di Radiotre.

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