Neuchâtel. A misura di famiglia
Due giovani genitori, una bimba parecchio vivace, un bel castello, animali di bronzo, il lungolago in bicicletta. Diario di una vacanza in movimento.
L oammetto. Io a Neuchâtel non ci volevo proprio andare. Stavo già pregustando il mio viaggio nell’estremo Nord dove il sole d’estate non tramonta mai, quando nei miei piani si intromette Dani, mio marito, rivendicando con orgoglio il suo status di cittadino svizzero. Insomma, tenta di convincermi che anche Neuchâtel è a nord (come la Finlandia?) e insiste sull’importanza per me e nostra figlia Agata di conoscere la sua terra natale (in fondo, l’unica non elvetica in famiglia sono io).
Alla fine mi lascio convincere, buttalo via un appartamento vista lago offerto da una cugina: si sa, la Svizzera francese è più cara del Ticino. E quando ormai tutto è deciso, Dani se ne esce con questa cosa dell’encefalite da zecca. Eh già, pare che lassù prolifichino questi piccoli, pestilenziali parassiti. Meglio non rischiare e vaccinarci tutti: circa 42 franchi a dose per 2 dosi (perchè una sola non funziona) per 3 persone… ma non doveva essere una vacanza economica? Tenendo per un po’ a freno la mia italianissima vis polemica (si va a Neuchâtel o in Africa?), mi preparo alla partenza, cercando di focalizzarmi sulla comodità di un appartamento in riva al lago (addio tramonto su Reykjavik, addio pesce fritto di Helsinki).
Sfiancare i pargoli
«Amore, non te l’ho detto? La casa è in cima alla città, con una vista magnifica. Dal quinto piano. Senza ascensore. Volevi fare un po’ di sport, no?». Ebbene, nonostante una serie di premesse decisamente sbagliate la meta si è rivelata essere quella giusta per una famiglia con bambina esagitata di 3 anni al seguito. Una buona vacanza, per chi si trova a vivere quotidianamente le stesse avventure di Masha e Orso, è rilassarsi/divertirsi ma, soprattutto, far divertire e sfiancare il pargolo tentando di non soccombere di fronte alla sua incontenibile voglia di vivere. Neuchâtel in questo senso è perfetta. Il grazioso centro storico con stradine a saliscendi culmina in un affascinante castello del X secolo, circondato da statue di animali in bronzo a grandezza naturale, mentre il lungolago offre diversi angoli dedicati ai bambini con parchi giochi e panchine pronte ad accogliere genitori esausti.
Pedala, pedala
Ma il vero pezzo forte della città, per chi ha voglia di fare un po’ di movi
mento – sì, Dani, effettivamente questo posto fa bene ai glutei – sono le gite in bicicletta sul lungolago. Il noleggio costa e ci sono tanti percorsi ciclabili per raggiungere le spiagge e i campeggi fuori città. Lo ammetto (sono in vena di confessioni), essendo una fanatica del mare avevo un sacco di pregiudizi sul bagno nel lago ma, in fondo, non è poi così male uscire dall’acqua senza sembrare aringhe sotto sale. Occhio ai parassiti, però! Quell’ipocondriaco di Dani ha passato la vacanza a strofinare Agata dopo ogni bagno, terrorizzato dalle pulci d’anatra (chissà come se la cavano in Finlandia); sono abbastanza innocue, ma pizzicano finchÈ non si accorgono di essere finite nel posto sbagliato. Ci sarà un vaccino anche per loro? Andando verso Cortaillod si trovano diverse spiagge davvero suggestive, con ampi prati ombreggiati e bagnasciuga di ciottoli (l’ideale per chi, come me, inorridisce davanti al fondale melmoso). Quindi segnatevi la combinazione: bici + spiaggia + bici + lunga salita per tornare a casa. I vostri bambini la sera cascheranno felici con la testa nel piatto.
Anfiteatrale
Anche la montagna stanca, quindi non potevamo farci mancare la passeggiata per arrivare al Creux du Van, un imponente anfiteatro naturale composto da una parete rocciosa profonda 150 metri e lunga 1’400. Il sentiero è abbastanza largo e facilmente percorribile ma senza parapetto, quindi l’effetto mozzafiato con brividi diffusi è garantito. Al campo base il Rifugio cucina una fondue spaziale con un pentolone largo quanto una Jacuzzi 4 posti. Ahimè, come in tutte le città del Nord, anche a Neuchâtel il clima è un po’ ballerino. Non fa mai troppo caldo e a volte piove. O diluvia. A tal punto che par di vedere spuntare all’orizzonte l’Arca di Noè. In quel caso un museo può risollevare parte della giornata. Lo so, mettere insieme bambini e musei può essere molto rischioso (l’elefante nella cristalleria è dietro l’angolo) ma ci sono luoghi pensati anche per loro. Uno di questi è il Museo di Storia naturale che custodisce diversi esemplari di animali imbalsamati – dal topolino di campagna alla lince – per non parlare delle tantissime specie di volatili di cui si può sentire ancora il verso premendo un pulsante (i bambini adorano lo schiacciabottoni).
Lo ammetto (ancora, sì): Neuchâtel è una città che ha tanto da offrire, soprattutto a chi non va matto per la solita vita vacanziera. Inutile dire che Dani ancora gongola tutto tronfio (pancia in dentro petto in fuori) in giro per la casa, ripetendo: «Chi ha avuto l’idea di andare a Neuchâtel?». Tu. Sì. Hai vinto. La Svizzera non ha niente da invidiare alla Finlandia (?).