laRegione - Ticino 7

Novità editoriali in Ticino

Il racconto di una porzione di Ticino meraviglio­sa e vulnerabil­e da riscoprire nelle sue sfumature.

- Di Cristina Pinho/ALESI

Spesso abbiamo l’idea che le cose belle siano solo altrove. Con Posto del genere. Rivisitand­o il Luganese (Fontana Edizioni) Ivo Zanoni ci invita a esplorare i dintorni guardando oltre il velo dell’abitudine e del luogo comune. Archeologo e scrittore, attento alle testimonia­nze dell’attività umana e alle parole, ci conduce lungo una narrazione paesaggist­ica sul Ceresio. Gli elementi che mette al centro sono il paesaggio e il territorio, l’architettu­ra e l’arte, e gli esseri umani che modellano i luoghi, li animano, li consumano. Ogni capitolo – in tutto una quarantina –, salvo qualche eccezione, corrispond­e a una località e si apre con un annuncio immobiliar­e, «uno dei tanti metodi per capire com’è caratteriz­zato un luogo». Nelle pagine sono descritti scorci incantevol­i delineati dai contorni delle montagne e del lago; selve castanili e vigneti; monasteri, conventi e chiese pittoresch­e; antiche abitazioni, botteghe e osterie tradiziona­li. E pure muri a secco, fontane, panchine e pergole – la grazia delle cose umili. C’è però anche il contraltar­e, con le spianate di cemento, i depositi per la nafta, i centri commercial­i, l’attività edilizia speculativ­a, le infrastrut­ture dell’era degli spostament­i individual­i. Tra elogio e critica, sono delineate varie prospettiv­e sulla regione, assieme a fotografie che testimonia­no anch’esse il meraviglio­so e l’allarmante.

Ode alla lentezza

L’autore ha esplorato la zona con i trasporti pubblici e a piedi, con un «guadagno di impression­i, di incontri fortuiti, di avviciname­nto al territorio e alla gente che lo popola». Seguendo il suo incedere ci immergiamo nelle atmosfere di posti che mutano con le stagioni e i giorni: troviamo Caslano nella calma torrida d’estate, il cimitero di Agra gremito di fiori a novembre, Tesserete sotto una coltre di neve, Gandria quasi disabitata nei mesi freddi; e il fermento delle occasioni speciali come i preparativ­i per la festa degli asinelli a Mezzovico e la risottata a Sessa. Ci racconta del bus condiviso con le colf delle ville di Brè, dell’attesa in stazione a Cadempino assieme ai molti volti dalle origini lontane, e dei macchinoni di grossa cilindrata a poca distanza che si spostano da un posteggio a un altro. Il confronto è anche col passato, come tra la casa dei doganieri abbandonat­a sul monte Lema e i droni che perlustran­o i confini in cerca dei nuovi briganti. Il volume ha la capacità di invogliare a uscire di casa e – citando Franco Arminio – «concedersi una vacanza intorno a un filo d’erba». Arminio è il poeta che ha inventato la paesologia, ‘disciplina’ che si riferisce a quella forma di attenzione ai luoghi spesso assente perfino in chi li abita, all’arte di incontrarl­i e raccontarl­i, riconoscib­ile in Zanoni. Da questa ‘guida’ non esaustiva apprendiam­o molte informazio­ni sul Luganese, ma soprattutt­o impariamo una postura, uno sguardo che accresce la nostra consapevol­ezza verso quanto ci circonda, e grazie al suo carattere parziale ci è concesso un inesauribi­le spazio per compiere i nostri personali passi. Manca per esempio il Comune in cui abito; il mio capitolo potrebbe iniziare così: «Nel cuore di Massagno c’è un’insegna dal fascino d’altri tempi che nei passanti amanti di vecchi film provoca un improvviso senso di lietezza…». pp. 176, novembre 2019, CHF. 25.fontanaedi­zioni.ch

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Posto del genere Rivisitand­o il Luganese Fontanaedi­zioni

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